WhatsApp, in arrivo i messaggi che si autodistruggono
Dopo Telegram, Snapchat e Messenger, anche WhatsApp avrà i messaggi che si autodistruggono. Se ne parla da tempo, ma questa volta i tempi sembrano finalmente maturi. Ne sono certi gli esperti di WaBetaInfo, che analizzando le modifiche presenti nelle versioni beta 2.20.83 e 2.20.84 per Android (le cui date di rilascio non sono state ancora fissate) hanno scoperto l’imminente novità. Fino a qualche mese fa si pensava che l’opzione sarebbe stata riservata ai gruppi in un’ottica di «pulizia interna» dai contenuti superflui, invece verrà introdotta anche nelle chat private.
Come si attiveranno
La nuova funzionalità è ancora in fase di sviluppo, ma gli screenshot emersi parlano chiaro: accedendo alle informazioni di un contatto o di un gruppo sarà possibile selezionare una voce, «delete messages», che consentirà all’utente di «scegliere per quanto tempo i nuovi messaggi devono durare prima che vengano cancellati». Cinque le possibilità: per un’ora, per un giorno, per una settimana, per un mese o per un anno. Una volta selezionata la durata prescelta, accanto all’orario di invio dei successivi messaggi apparirà l’icona di un orologio. Spazio dunque agli ultimi aggiustamenti, poi prenderà ufficialmente il via l’iter che porterà il tool prima nella versione beta e poi su oltre due miliardi di smartphone in tutto il mondo.
Le altre novità
Quella dell’autodistruzione dei messaggi è solo l’ultima novità a coinvolgere WhatsApp, una piattaforma in continuo mutamento. Tra le ultime, l'annuncio del lancio di Payments e l’introduzione della dark mode. Ma se nel 2017 l’arrivo delle Stories era stato chiaramente ispirato (per usare un eufemismo) da Snapchat, in questo caso il «rivale» di riferimento è senza dubbio Telegram, che della segretezza e del rispetto della privacy fa da sempre i suoi punti di forza. Anche per questo già nel 2016 il team di sviluppo aveva provveduto a introdurre in app la crittografia end-to-end, una chiave privata che consente di far visualizzare i contenuti delle chat soltanto ai partecipanti alla conversazione. Ora un nuovo passo per consolidare una supremazia che appare ormai sempre più inscalfibile.