Smartphone Asus Zenfone 7 Pro, la nostra prova
Con lo Zenfone 6, lanciato a metà del 2019, Asus aveva osato una soluzione insolita e innovativa: la Flip Camera, cioè un modulo ottico ribaltabile motorizzato grazie al quale le due fotocamere posteriori si possono utilizzare come fotocamere anteriori. Grazie anche al prezzo contenuto, Zenfone 6 è stato un successo, superando le aspettative di vendita e longevità del prodotto. A poco più di un anno di distanza, sono arrivati sul mercato i due successori: Zenfone 7 e Zenfone 7 Pro. Ad Asus va un plauso per la scelta di rimanere fedele all’idea originaria del modulo fotografico ribaltabile, in un mercato in cui le innovazioni assomigliano più ad esperimenti poco convinti e dalla vita breve (vi ricordate le fotocamere a pinna di squalo? E quelle a scomparsa?).
Così, mentre la maggior parte dei produttori concorrenti ha iniziato a riscoprire i buchi nel display, Zenfone 7 e 7 Pro rimangono fra i pochi dispositivi ad offrire uno schermo davvero full screen, senza notch né brutti fori.
Le caratteristiche tecniche seguono però un’aspirazione di crescita verso una fascia più alta, e così inevitabilmente anche il prezzo sale, si parte da 699€ per il modello 7 e da 799€ per il modello 7 Pro. È una differenza di strategia sostanziale rispetto a Zenfone 6, ma che si inscrive nell’intenzione di ASUS di puntare a un pubblico meno numeroso, più selezionato, e in generale più sensibile alle specifiche di fascia alta e alle prestazioni tecniche dei dispositivi che compra.
Zenfone 7 Pro: le prestazioni
Nelle scorse due settimane abbiamo avuto occasione di conoscere più da vicino il modello Zenfone 7 Pro, e abbiamo scoperto un telefono con ottime caratteristiche, adatto a chi ama giocare o ha bisogno di un dispositivo veloce, ma con un paio di aspetti che non ci hanno convinto a fondo.
Nell’assemblare il nuovo Zenfone 7 Pro Asus si è permessa di fare meno compromessi rispetto al modello 6, che si posizionava in una fascia di prezzo più abbordabile. Così il processore è un Qualcomm Snapdragon 865 Plus, con una GPU Adreno 650 (una delle accoppiate più potenti per l’ambito Android in questo momento). Arriva, inevitabilmente, il supporto al 5G, assieme a 8GB di RAM e 256GB di spazio di archiviazione standard.
Nell’uso di tutti i giorni il telefono è fluido, risponde sempre benissimo e non ha mai alcuna esitazione neppure quando lo si sottopone alle prove con giochi dalla grafica intensa, o con applicazioni più esigenti dal punto di vista delle prestazioni. È esattamente quello che è lecito aspettarsi da un modello di fascia alta del 2020 dotato di Snapdragon 865 Plus. Ottima la durata della batteria da 5000 maH, che con un uso normale del telefono arriva a quasi due giorni di autonomia.
La fotocamera
Il punto di forza del telefono rimane ancora il comparto fotografico. L’obiettivo principale è dotato di sensore Sony IMX686 da 64MP, affiancato da un’ottica ultra-grandangolare da 12MP e da un tele da 8MP con zoom ottico 3X.
L’idea della fotocamera ribaltabile è ancora attuale: permette di applicare effetti creativi alle foto e crea foto panoramiche perfette grazie all’automazione dello scatto. Rimane il vantaggio di avere una fotocamera unica e di ottima qualità per i selfie e - per quanto sia fin troppo avanzata a questo scopo - per le videochiamate.
Il modulo ribaltabile assomiglia molto a quello dello Zenfone 6, ma è chiaro che Asus ci ha lavorato ancora: è più silenzioso e, a noi sembra, più veloce nello spostarsi dalla posizione di riposo. Migliorata anche la rapidità nella gestione delle inquadrature “ribaltate” sul software. Ciliegina sulla torta, infine, la stabilizzazione ottica (presente solo sul modello Pro) che rende adatto lo Zenfone 7 Pro a chi vuole girare video.
Superflua invece a nostro parare l’implementazione dell risoluzione 8K per i video. Per quanto sia utile per fare il downscaling e avere più informazioni a disposizione durante il montaggio, è una funzione che serve più a fini di marketing che nell’uso anche professionale del dispositivo: i file che si ottengono sono giganteschi, difficili da gestire, difficili da trasferire, aprire e montare su PC e Mac anche dalle caratteristiche avanzate.
Schermo e dimensioni
Come già accennato, la presenza della Flip Camera ha permesso ad ASUS di mantenere lo schermo completamente privo di “disturbi”, offrendo così un’esperienza full screen vera e proprio. L’AMOLED a 90Hz dello Zenfone 7 Pro è un ottimo display, molto luminoso, che si comporta molto bene anche in pieno sole. È un chiaro e netto passo avanti rispetto all’LCD dello Zenfone 6, rispetto al quale, però, è anche sensibilmente più grande. Si passa infatti da 6,4 pollici a 6,67 pollici. Le dimensioni generali del dispositivo (che già non era particolarmente piccolo nella versione 6) lievitano letteralmente. Complice anche la batteria molto grande (utile, ma ingombrante), lievita anche il peso. Si arriva a 230g, che rendono lo Zenfone 7 Pro uno dei dispositivi più pesanti in assoluto sul mercato in questo momento. E se è vero che al peso, tenendo il telefono in mano, dopo un po’ ci si abitua, è pure vero che quasi due etti e mezzo di telefono sono tanti. Nella tasca dei pantaloni, anche per via delle dimensioni da phablet, si fa sentire; nella tasca di un giacchetto tardo-estivo ancora di più (va bilanciato dall’altra parte con portafoglio e boccetta del disinfettante per le mani).
Le nostre conclusioni
Nel complesso le nostre impressioni su questo Asus Zenfone 7 Pro sono positive: le caratteristiche tecniche giustificano il prezzo; sulle prestazioni non c’è niente da ridire. Non abbiamo toccato l’argomento software perché Asus ha scelto anche in questo caso di dotare i suoi Zenfone di una versione di Android 10 praticamente identica alla versione “stock” di Google del sistema operativo. Scelta encomiabile che va decisamente fra gli aspetti positivi di questa recensione. Non ci convince, come detto, il peso: se siete alla ricerca di un telefono compatto, questo modello non fa assolutamente per voi.
Resta da vedere infine se la decisione di riposizionare il prodotto più in alto rispetto al suo predecessore porterà ad ASUS i frutti sperati, soprattutto in un momento in cui il mercato sembra aver riscoperto la fascia media dei dispositivi fra i 300 e i 450€, un cambio di rotta rispetto alla tendenza degli ultimi anni che lo Zenfone 6 aveva interpretato correttamente in anticipo sui tempi.