LG 34WN50, monitor ultrawide per tutti gli impieghi: la recensione
L’imposizione delle misure di distanziamento sociale, compresa la nuova normalità dello smart working, volte a combattere per quanto possibile la diffusione della pandemia COVID-19 e a contenere per quanto possibile le sue spiacevoli conseguenze, ha portato rivoluzioni piccole e grandi nella vita della stragrande maggioranza di ciascuno di noi. Riadattare abitudini consolidate nel tempo non è mai affar semplice, e in questo processo si affacciano nuove esigenze che fino a poco prima erano completamente impensate e impensabili.
Chi da un giorno all’altro ha dovuto organizzarsi alla spicciolata per passare in regime di smart working, o più correttamente - e magari meno all’avanguardia come nomenclatura - “lavoro da casa”, si è trovato a fare i conti con qualche piccolo ostacolo rappresentato da dotazioni, ambienti e spazi domestici non perfettamente adeguati al tipo di lavoro da svolgere.
Uno degli elementi che più può impattare la produttività nel momento in cui ci si ritrova a lavorare da casa affidandosi solamente al portatile è la mancanza di uno schermo di grandi dimensioni, specie per chi fa un lavoro che impone numerosi programmi con le relative finestre aperte sul desktop. Quella che poteva essere una comoda configurazione multi-monitor sul luogo di lavoro, messa a disposizione dall'azienda, diventa improvvisamente di difficile replicabilità in contesto domestico.
In primis è una questione di spazi: due monitor sono ingombranti, non tanto per le dimensioni del pannello, ma spesso per i piedistalli che potrebbero risultare di difficile collocazione su piani di lavoro non particolarmente ampi. In secondo luogo per le modalità di collegamento al sistema: se su un desktop possiamo avere a disposizione con facilità più porte a cui collegare più monitor, su un portatile di norma si trova una sola uscita video.
Da qualche tempo il mercato offre però soluzioni monitor definite “Ultrawide”, cioè con un formato "molto più largo che alto” e che di fatto rappresentano due display affiancati in uno. E’ il caso del modello LG 34WN750 oggetto della nostra prova, che nei suoi 34 pollici di diagonale, in formato 21:9 e con risoluzione di 3440x1440 pixel può essere impiegato efficacemente come fosse due monitor affiancati, dall'insolita risoluzione di 1720x1440 pixel. Un monitor da 21:9 offre il 33% di pixel in più rispetto ad un monitor 16:9 di pari risoluzione verticale.
Partiamo dagli ingombri di questo monitor, la cui larghezza è di quasi 82 centimetri : non si tratta certamente di un dispositivo compatto, ma la particolare forma del piedistallo gli permette di trovare posto in molte scrivanie molto più agevolmente di quanto si possa pensare, e soprattutto - come già abbiamo accennato - con più facilità rispetto al dover collocare due monitor distinti.
Lo sviluppo in profondità del piedistallo è di 22 centimetri. Il piedistallo a semicerchio permette inoltre di conservare spazio utile sulla scrivania, andando a collocare ad esempio il portatile proprio tra i due bracci. Nel complesso le linee di questo display sono pulite e sobrie, senza risultare eccessivamente “asettiche”, così da ben inserirsi in qualsiasi postazione.
Il display può essere regolato in altezza, con un’escursione di una decina di centimetri. Data la larghezza particolarmente pronunciata, non abbiamo la possibilità di orientarlo in assetto “pivot” o “portrait”. Si può inoltre inclinare di pochi gradi sul piano verticale, ma non può essere angolato lateralmente, cosa che rende un po’ scomodo anche una semplice operazione come “accomodare” il display, magari per condividerne la visione con qualcuno.
Per quanto riguarda i comandi, LG punta sul minimalismo: lungo il bordo inferiore del display è presente, al centro, un pulsante/jog che governa tutte le funzioni del monitor. Accensione, spegnimento, accesso all’On Screen Dsiplay e navigazione all’interno dello stesso sono operazioni che si effettuano tutte con il singolo medesimo pulsante.
L’OSD ci ha convinto per praticità e razionalità, grazie proprio anche all’uso con un singolo pulsante: si manifesta nella parte destra dello schermo e la sua navigazione è intuitiva, così come l’accesso ai parametri e alla loro regolazione. Il monitor mette a disposizione diversi profili di immagine, adatti a svariati impieghi: dall’uso “d’ufficio”, al gioco, passando per le modalità “lettura” che hanno il pregio di attenuare la luminosità e soprattutto virare la resa cromatica verso tonalità significativamente più calde, che risultano meno affaticanti.
Le connessioni fisiche del monitor si trovano nella parte posteriore e sono molto accessibili, evitando improbabili contorsioni per trovare la giusta porta a cui collegare i cavi. Questo monitor offre una porta Display Port e due porte HDMI per quanto riguarda la trasmissione dei segnali video. Abbiamo poi un piccolo hub USB in versione 3.0, con una porta in uplink e due porte in uscita a cui collegare altre periferiche. Il monitor, essendo provvisto anche del piccolo sottosistema audio MaxxAudio 2.0 da 14W, offre anche un jack da 3,5mm a cui collegare un paio di cuffie. Infine il connettore di alimentazione, a cui va collegato l’alimentatore esterno. La posizione delle porte, vicina al punto di fissaggio del pannello al suo piedistallo, ci da inoltre modo di collocare i cavi sullo snodo del display e di farli correre lungo il piedistallo grazie anche alla clip fornita in dotazione, così da poter mantenere un piano di lavoro ordinato e sgombro da cavi.
Buono sulla carta, e anche al colorimetro
Passiamo ora al lato squisitamente tecnico: LG 34WN75 è costruito impiegando un pannello piano IPS da 34 pollici di diagonale in rapporto 21:9, con una risoluzione di 3440x1440 pixel, per una definizione risultante di 109 pixel per pollice. La casa madre dichiara 300 candelle su metro quadro di luminanza massima e una copertura al 99% del triangolo sRGB. Il pannello è compatibile con lo standard HDR10. Si segnala inoltre la presenza della tecnologia AMD FreeSync fino a 75Hz, per ottenere il meglio dai giochi 3D. Abbiamo analizzato al colorimetro il profilo "Utente", che è di fatto ciò che ci si trova davanti una volta estratto il monitor dalla confezione, e il profilo Cinema che dalle verifiche strumentali è risultato essere quello con il miglior comportamento complessivo.
Il profilo "Utente" è personalizzabile secondo le esigenze, che si tratti semplicemente di gusto soggettivo o di una calibrazione oggettiva. Le sue impostazioni "out of the box" tuttavia sono regolate in maniera non esattamente ottimale come vediamo dai grafici qua sopra. Il bilanciamento delle componenti RGB mostra una significativa predominanza di blu, che conferisce una resa piuttosto fredda all'intera immagine, peggiorando via via ci si spinge verso le alte luci. La progressione tonale descritta dalla curva di gamma è comunque sostanzialmente corretta, e si registra una luminanza massima di poco oltre le 340 candele su metro quadro, per un rapporto di contrasto nativo di 880:1. Molto buona l'estensione del triangolo di gamut, che corrisponde quasi interamente al riferimento sRGB e mantiene fede alle dichiarazioni di copertura al 99% dichiarata da LG. La fedeltà cromatica risente ovviamente della predominanza di blu già riscontrata in precedenza, descrivendo un quadro comunque accettabile anche se non propriamente ottimale. E' da tenere presente che il profilo "Utente" a impostazioni di fabbrica è di norma pensato per l'esposizione nei punti vendita, per "compensare" la presenza di luci al neon.
Lo scenario cambia con il profilo "Cinema": il bilanciamento delle componenti RGB non è ottimale, ma comunque le deviazioni rispetto all'ideale sono molto più contenute e rientrano all'interno dei livelli di guardia, pur permanendo una resa fredda ma ben più lieve rispetto a quanto visto con il profilo precedente. Ritroviamo una corretta progressione tonale e una luminanza massima di poco più bassa rispetto al profilo Utente: questa volta abbiamo registrato 315 nit e un rapporto di contrasto di 490:1. Comportamento sempre molto buono per quanto riguarda il triangolo di gamut e infine una fedeltà cromatica sensibilmente migliore, con tutti i campioni entro la soglia di Delta E 3. Il profilo Cinema, al di là del nome, si rivela essere il più versatile per la maggior parte degli impieghi restituendo una resa abbastanza corretta, magari formalmente non impeccabile, ma sicuramente di buon livello.
Pur trattandosi di un monitor dedicato non nello specifico a particolari tipologie di impiego che richiedano elevata cura per guanto riguarda l’aspetto della fedeltà cromatica, vediamo comunque che tra i parametri è presente la possibilità di calibrare i singoli colori primari e complementari per saturazione e tinta. Agendo su questi parametri è possibile, per chi è dotato di colorimetro, effettuare le opportune regolazioni a seconda di specifiche esigenze, ma in ogni caso la maggior parte degli utenti potrà affidarsi con efficacia ai profili preimpostati.
Altro elemento che si aggiunge alla versatilità del monitor è il supporto all'HDR. Chiaramente come avviene nella maggior parte dei casi quando si ha a che fare con un monitor consumer non specificatamente votato alla visione dei contenuti in High Dynamic Range, la luminanza massima è comunque limitata, in questo caso abbiamo registrato circa 300 candele per metro quadro. La curva di gamma misurata descrive però un comportamento non proprio impeccabile, con tutti i livelli della scala di grigio che risultano meno luminosi rispetto a quanto dovrebbero essere. Insomma, la visione dei contenuti HDR è sì possibile, ma non ci si può aspettare una resa e un coinvolgimento come quanto accade su schermi specializzati.
Un monitor di indubbia versatilità
Il tratto distintivo di questo LG è la versatilità grazie sia allo schermo ampio, sia al comportamento al colorimetro. Un'impostazione ultra-wide come quella di questo monitor consente di allestire assetti che hanno la stessa efficacia di stazioni di lavoro multi-monitor, ma senza pagare eccessivamente dazio sul versante degli ingombri e facilitando inoltre di molto l'aspetto delle connessioni al sistema.
La gestione di uno spazio di lavoro così ampio è poi facilitata dall'utility OnScreen Control che LG mette a disposizione per il download sul proprio sito web. Grazie ad essa abbiamo la possibilità di suddividere lo schermo in zone "virtuali" a cui destinare l'apertura di specifiche applicazioni, di gestire modalità Picture-in-Picture (ma solo per le app, il monitor infatti non prevede la possibilità di visualizzare contemporaneamente il segnale di due fonti esterne) e anche gestire via software le regolazioni dell'OSD.
Per quanto concerne il comportamento del pannello e la qualità di immagine ci troviamo davanti ad una soluzione abbastanza poliedrica, che non eccelle in nessun aspetto ma è in grado di adattarsi a svariate esigenze e ambiti di impiego: sarebbe del tutto riduttivo relegarlo solamente ad "uso ufficio" a fronte di quanto è capace di esprimere alle misure strumentali. Anche la possibilità di sfruttare la tecnologia AMD FreeSync (anche se solamente a 75Hz) conferma la vocazione "jack of all trades" di questo monitor, e anche la presenza degli altoparlanti lo rende adatto ad un impiego multimediale e aiuta a tenere sgombra la scrivania da casse esterne. Pur con un comportamento di buon livello, ci sentiamo di escludere però l'uso di questo monitor per chi ricerca assoluta fedeltà cromatica per lavori professionali di fotoritocco, stampa e grafica.
LG 34WN750 viene proposto al pubblico ad un prezzo di listino di Euro 449,00 esclusa IVA, con uno street price di circa Euro 480,00 al momento della pubblicazione di questo articolo: si tratta di una somma di una certa consistenza, che tuttavia appare giustificata in relazione alla qualità del pannello e alla versatilità che uno strumento di questo tipo riesce ad offrire, sia per le caratteristiche intrinseche di un pannello ultra-wide, sia per l'implementazione che ne ha fatto LG. Dopotutto due monitor di qualità confrontabile costerebbero di più, e con gli ovvi fastidi di ingombro e allestimento.