Ci siamo. A poche settimane dal lancio dell’Apple Watch Series 5, il noto analista Ming-Chi Kuo ha condiviso le prime informazioni sul prossimo modello.
In una nota di ricerca inviata in queste ore ai propri investitori, l’analista Ming-Chi Kuo ha previsto che i modelli di Apple Watch 2020 offriranno prestazioni più veloci, una migliore resistenza all’acqua e una migliore trasmissione wireless per Wi-Fi e connessione dati.
Kuo ritiene che tutti questi progressi su Apple Watch Series 6 saranno resi possibili dal passaggio al polimero a cristalli liquidi o a materiali LCP per i circuiti flessibili dello smartwatch, il cui lancio è previsto per la seconda metà del 2020. I modelli della serie 5 e precedenti utilizzano invece un materiale noto come poliimmide o PI. Molto probabilmente, Apple integrerà anche un nuovo chip della serie S in grado di offrire prestazioni migliori e una maggiore ottimizzazione dei consumi.
Per quanto riguarda la resistenza all’acqua, con ulteriori miglioramenti i modelli della Serie 6 potrebbero essere utilizzati per alcune attività acquatiche particolari, come le immersioni subacquee o lo sci d’acqua.
Dal momento in cui ha acquistato Beats, Apple ha impresso una grande spinta al mondo degli auricolari.
Il primo prodotto di grande impatto sono stati gli Airpods, poi è venuta una lunga serie di prodotti con il marchio Beats fino agli ultimi due: PowerBeats Pro, Solo Pro Wireless e infine gli AirPods Pro.
Ma se le Solo Pro Wireless sono delle cuffie tradizionali, pur con molte tecnologie comuni a tutti e tre i dispositivi, un ambito non non esiste nulla con il marchio Apple, le PoweBeats Pro e le Airpods Pro, benché con un mercato non del tutto sovrapponibile, si confrontano direttamente. Per questo in molti si saranno fatti venire dei dubbi su quali comprare: quale tecnologie le differenziano? quale è il migliore fattore di forma? Quale suona meglio? Quale è il migliore per un viaggio da pendolare? Quale per lo sport? Quale, insomma, devo comprare?
Proviamo a segnare una traccia per risolvere il dilemma…
Powerbeats Pro vs Airpods: il design
Pur figli della stessa casa madre e vicini nel fattore di forma (parliamo in tutti e due i casi di auricolari In-ear) PowerBeats Pro e Airpods sono prodotti che si rivolgono a mercati differenti: sportivi con qualche ambizione per la qualità del suono per le PowerBeats; il più vasto pubblico degli amanti del mondo Apple, che vogliono distinguersi con delle cuffie da indossare tutti i giorni. Tutto questo influenza decisamente il design. Gli auricolari Beats sono molto più grandi per la presenza degli archetti e di batterie a lunghissima durata, hanno un aspetto più aggressivo. La custodia è enorme, tanto grande da essere difficilmente “tascabile”. Gli Airpods Pro sono molto più piccoli, con design più accurato e minimalista e la custodia, pur più leggermente più grande di quello degli AirPods, sparisce in una tasca. Lo stile è una questione di gusti, ma è indubitabile che gli Airpods Pro sono più sofisticati e in quanto oggetto di design saranno apprezzati da un numero maggior di clienti
Vincitore: Airpods Pro
Powerbeats Pro vs Airpods: le tecnologie
Tutti e due gli auricolari come accennato sono del tipo in-ear, ma, come nel caso del design, è indubitabile che gli Airpods Pro vincano il confronto. In primo luogo hanno un sistema attivo di soppressione del rumore che pur non essendo una rivoluzione rispetto alla concorrenza è molto buono e capace di rendere tranquillo un viaggio da pendolare. Apple introduce negli Airpods Pro anche la modalità trasparenza e sistema “adattivo” del suono che regola la riproduzione 200 volte al secondo. Hanno anche un sistema che permette di testare i copriauricolari per verificare che sigillino bene l’orecchio. Per il resto AirPods Pro e PowerBeats Pro offrono le stesse cose: sistema di connessione automatico ad un iPhone, supporto Ehi Siri, microfono antivento e contro il rumore di fondo, resistenza al sudore e agli schizzi d’acqua con certificazione IPX4, custodia di ricarica. Nei PowerBeats Pro manca la ricarica wireless della custodia, ma si tratta a nostro giudizio di qualche cosa del tutto ininfluente. In ogni caso qui non c’è dubbio su chi vinca il confronto.
Vincitore: Airpods Pro
Powerbeats Pro vs Airpods: ergonomia
Gli Airpods parlando di ergonomia, storicamente, hanno sempre avuto due difetti principali: stabilità non ottimale e assenza di controlli della musica. Apple rimedia al primo con i copriauricolari che rendono maggiormente comodo l’accessorio e medica, ma non risolve, la seconda “malattia”, i controlli della musica. Abbiamo ora infatti un piccolo “pad” capacitivo premendo il quale si può passare da una traccia all’altra e selezionare la modalità di soppressione del rumore, ma manca del tutto il controllo del volume per il quale si deve ricorrere a Siri o al telefono. Da questo punto di vista i PowerBeats Pro sono largamente superiori in tutte le situazioni perchè non costringono ad invocare l’assistente virtuale (situazione che checchè se ne dica in pubblico è sempre imbarazzante) né ad estrarre il telefono dalla tasca. Il tasto fisico per cambiare le tracce e rispondere alla musica dei Beats è anche questo più comodo del tasto capacitivo “da spremere” degli Airpods Pro. Infine i PowerBeats Pro grazie agli archetti sono più stabili nonostante i passi avanti in fatto di comodità e stabilità degli Airpods Pro. Unico serio problema in fatto di ergonomia dei PowerBeats Pro è la custodia gigantesca e molto scomoda da tenere in tasca. Come per le tecnologie anche qui c’è un chiaro vincitore.
Vincitore: PowerBeats Pro
Powerbeats Pro vs Airpods: qualità del suono
Gli Airpods non sono mai stati campioni di qualità nella riproduzione della musica. Questo dipendeva in primo luogo dall’imperfetto sigillo del cavo auricolare in secondo luogo, probabilmente, da driver inferiori a quelli di altri produttori. Con gli AirPods Pro Apple fa un significativo passo avanti in qualità dell’ascolto. I nuovi auricolari hanno una resa complessivamente neutra e bilanciata, sono di molto migliori nei toni medi e adeguati nei bassi. La cancellazione attiva del rumore consente una riproduzione a volume più basso e quindi anche la leggera distorsione che gli auricolari Apple provocano a volume più alto è ininfluente; grazie alla cancellazione del rumore si possono anche percepire anche dettagli che altrimenti non noteremmo. I PowerBeats Pro fanno altrettanto bene in tutti gli ambiti anzi nei bassi la spuntano sopra i concorrenti. Il suono degli auricolari Beats è più caldo e diremmo più adatto al target che si propongono di raggiungere, quello degli sportivi che amano accompagnare l’esercizio con una colonna sonora. Farci dire dal nostro orecchio quale due due vince il confronto è stato impossibile. Nessuno degli auricolari di Apple è un prodotto per audiofili (per altro non è questo il fattore di forma o la tipologia di sistema audio che un audiofilo sceglierebbe…), ma tutti e due suonano in maniera soddisfacente.
Vincitore: contesa alla pari
Powerbeats Pro vs Airpods: autonomia
Qui non esiste il confronto. Gli Airpods Pro sono buoni con le loro cinque ore, testate anche da noi, senza riduzione attiva del rumore, ma i PowerBeats Pro spazzano via i concorrenti con le loro dieci ore dichiarate ed effettivamente sperimentale in molteplici giornate di utilizzo. Anzi in non rare occasioni abbiamo anche superato le dieci ore. Airpods Pro si ricaricano anche in più tempo: usando la modalità “Fast Fuel” in cinque minuti acquisiscono un’ora di autonomia, PowerBeats Pro con cinque minuti di ricarica possono funzionare per un’ora e mezza. In termini pratici anche nelle condizioni più estreme, incluse diverse telefonate, i PowerBeats Pro possono essere usati per un giorno intero senza mai ricaricarli, gli AirPods Pro nelle stesse condizioni devono finire dentro alla custodia per almeno una volta, se non due. Vero è che gli Airpods Pro hanno una custodia di ricarica tascabile che ci possiamo portare sempre dietro, il che non è vero per i PowerBeats Pro, ma questo non basta a scalfire il dominio degli auricolari di Beats.
Vincitore: PowerBeats Pro
Powerbeats Pro vs Airpods: prezzo
Il confronto sul prezzo non può prescindere dalla funzioni e dal desiderio di chi deve comprare, ma se volessimo guardare semplicemente al listino diremmo che gli Airpods Pro sono un affare migliore. Con 30 euro in più (279 euro contro 249 euro) si ha la stessa qualità del suono e tecnologie più avanzate. Gli Airpods Pro per giunta non sono impossibili da usare durante un allenamento in palestra o il jogging. Il problema è che allo stato attuale ai 279 euro degli Airpods Pro fa fronte un prezzo reale dei PowerBeats Pro che è costantemente sotto i 200 euro ma con picchi anche più in basso in particolari occasioni. La soppressione del rumore, il design più sofisticato e le dimensioni ridotte degli AirPods Pro per qualcuno possono valere 80/100 euro di differenza, ma la soppressione del rumore, il vero plus degli Airpods Pro, non è fondamentale per tutti e sempre; anzi, in alcuni casi è sconsigliabile, per cui è probabile che i PowerBeats Pro siano in linea generale un affare migliore nel rapporto tra prezzo e prestazioni.
Vincitore: PowerBeats Pro
Powerbeats Pro vs Airpods: chi compra cosa
Stabilire un vincitore netto dal confronto tra due prodotti che Apple, certo non casualmente, colloca su piani differenti e in mercati differenti non è facile. Possiamo però dire che se vi interessa il prodotto più sofisticato tecnologicamente e dal punto di vista del design, quello più iconico e distintivo, se utilizzate prevalentemente gli auricolari per un viaggio in treno o in metropolitana, non sbaglierete scegliendo gli Airpods Pro. Se invece puntate alla comodità e alla autonomia, se usate spesso gli auricolari per accompagnare l’attività sportiva e se per voi l’autonomia di riproduzione è importante, se le funzioni per euro speso sono un elemento che pesa, i PowerBeats Pro vincono il confronto con i concorrenti.
Dove comprare
Al momento il posto migliore per comprare sia i PowerBeats Pro che gli Airpods on line è Amazon. I PowerBeats Pro sono costantemente in sconto (al momento in cui scriviamo quasi tutti i colori hanno un prezzo sotto i 200 euro). Gli Airpods Pro hanno tempi di consegna relativamente rapidi con spedizione, ad oggi, martedì 12 novembre. Su Apple Store on line invece i PowerBeats Pro costano 249 euro, 50 euro più di Amazon, e gli AirPods Pro hanno una consegna prevista fino al 3 dicembre. Nei negozi, invece, i PowerBeats Pro sono ovunque, ma non con un prezzo competitivo con quello di Amazon. Gli AirPods Pro sono relativamente facili da trovare presso gli Apple Store, presso alcuni APR sono pure disponibili (i nostri li abbiamo comprati da Juice), ma non sono sempre in stock. Al momento sugli AirPods Pro non esiste alcuno sconto.
I TV OLED LG R9, gli arrotolabili presentati al CES 2019, potrebbero arrivare presto in commercio. La disponibilità di questa serie, annunciata inizialmente per il 2019, era stata poi spostata al 2020 per gran parte del mercato. Si era però parlato di un probabile lancio entro la fine dell'anno, seppur limitato a specifiche regioni. Ad affermarlo è stato Kenneth Hong, Senior Director presso LG Electronics, che ha confermato gli sforzi della compagnia per una commercializzazione in alcuni mercati entro la fine del 2019.
Le ultime novità emerse potrebbero confermare proprio questo scenario. Sul sito ufficiale di LG USA è infatti comparsa la dicitura "Cooming Soon" ad indicare una finestra temporale di rilascio piuttosto breve. Un'altra indicazione giungerebbe anche dai Good Design Award, attribuiti dal Japan Institute of Design Promotion. La serie R9 è stata recentemente insignita di un "Gold Award" e nella pagina dedicata si menziona una data di uscita fissata per il 23 dicembre 2019.
Dato il precedente ritardo e la mancanza di conferme ufficiali, invitiamo comunque a considerare queste informazioni con le dovute cautele. Siamo invece ormai certi che l'arrivo in Italia sarà fissato per il 2020, magari accompagnato da qualche altro modello che LG potrebbe annunciare al CES 2020 (7 - 10 gennaio 2020, Las Vegas).
La casa di Wetzlar ha lanciato una nuova fotocamera full-frame della serie SL, inaugurata quattro anni fa. È un gioiello per gli appassionati del marchio e i fotografi, ma strizza l’occhio anche ai cineasti
Leica ha presentato oggi la fotocamera mirrorless a pieno formato SL2. È la seconda incarnazione della serie SL, inaugurata quattro anni fa. Il design rimane simile al modello precedente ma gli angoli sono stati leggermente smussati e le curve addolcite, pur mantenendo immutato lo stile Leica. La differenza estetica più evidente è sul retro, dove la SL introduce il sistema di controllo a tre tasti già visto sulla Q2. Lo scopo è di portare anche sulla mirrorless di fascia più alta la stessa esperienza d’uso che gli appassionati hanno imparato a conoscere e apprezzare sugli altri modelli del marchio tedesco.
Rispetto alla SL, sulla SL2 migliora anche la protezione della scocca esterna, tanto che la nuova mirrorless ha guadagnato la certificazione IP54 contro polvere e agenti atmosferici.
Le novità più interessanti si trovano però all’interno della fotocamera. Il sensore è un CMOS da 47 Megapixel stabilizzato direttamente nel corpo macchina (ottima soluzione per facilitare l’uso con obiettivi privi di stabilizzazione) montato su un sistema flottante. Grazie a questa soluzione Leica è riuscita ad abilitare una modalità “multiscatto” che registra fino a otto fotogrammi consecutivi spostando il sensore di mezzo pixel tra un’esposizione e l’altra. Il risultato (ottenibile solo con la macchina montata su un cavalletto) è un’immagine gigantesca con un risoluzione da 187 Megapixel e un livello altissimo di dettaglio fine.
Tutto nuovo anche il sistema di autofocus con Leica Object Detection che include il riconoscimento facciale per la messa a fuoco del soggetto umano. Leica SL2 è in grado inoltre di rilevare se il soggetto inquadrato è in movimento oppure è fermo, in modo da adattare in automatico le priorità e attivare sempre la funzione di scatto migliore.
Anche il mirino elettronico fa segnare un passo avanti: arriva a una risoluzione di 5,76MP e restituisce un’immagine dai colori e dell’illuminazione naturali durante la composizione dello scatto. Migliorato anche il display touch posteriore che si allarga fino a 3,2” e ha una risoluzione di 2,1 Megapixel. Completa il quadro delle specifiche tecniche il processore di immagine Maestro III che rende più rapido l’autofocus e riduce quasi a zero lo scatto dell’otturatore.
Leica SL2 è pensata in primis per i fotografi appassionati del marchio di Wetzlar, ma grazie alla resa delle riprese video piacerà sicuramente anche ai videomaker professionisti e ai cineasti. In modalità Cine 4K a 60 fps, la fotocamera diventa uno strumento di ripresa professionale, capace di indicare la sensibilità ASA, il tempo di posa (indicato in gradi sull’otturatore) e parametri T per l’apertura (anziché F, come in fotografia) per misurare la quantità di luce che arriva effettivamente sul sensore durante la ripresa. Sul lato della fotocamera c’è ora anche una presa HDMI per l’uscita video, assieme ai connettori per l’uscita audio e l’ingresso microfonico.
Leica SL2 sarà disponibile in Italia a partire dal prossimo 21 novembre, con un prezzo consigliato al pubblico di 6100€ per il solo corpo macchina. È un prezzo alto, che non include naturalmente gli obiettivi. Il prezzo per un sistema completo basato sulla SL2 è dunque nettamente maggiore rispetto alle mirrorless full-frame della concorrenza, che possono offrire specifiche tecniche per certi versi anche superiori. È tuttavia un prezzo perfettamente in linea con il peso del marchio tedesco che non stupirà (né allontanerà) gli appassionati Leica, cioè professionisti e appassionati che non comprano banalmente i prodotti dell’azienda di Wetzlar quanto un’intera “filosofia”, intesa come modo di intendere la fotografia e il lavoro fotografico.
Sebbene non siano un prodotto pensato prettamente per gli utenti casalinghi, il walkie-talkie è uno strumento molto utilizzato nel mondo. Per questo, è necessario tenerlo aggiornato e al passo con i tempi, pur mantenendo i punti chiave di questa tecnologia. Questo è possibile grazie a Motorola Solutions e il suo APX Next.
Il primo punto “nuovo” è l’integrazione della compatibilità con le reti LTE, oltre alla presenza dello standard LMR (land mobile radio). Troviamo poi uno schermo touch con il quale interagire. Possono sembrare componenti banali, ma non è così: lo schermo deve funzionare in qualsiasi condizione, anche sotto la pioggia, mentre l’LTE non deve creare alcuna interferenza con la connessione LMR.
Al suo interno c’è poi un assistente vocale, ViQi. Per l’attivazione non esistono keyword: solamente un comodo tasto da premere per avviare la registrazione. E lo stesso bottone va premuto per sentire la risposta: in questo modo si evita che APX Next riveli accidentalmente informazioni sensibili in pubblico. Il tutto è ovviamente ottimizzato per funzionare sempre, anche in ambienti molto rumorosi.
Tra le sue capacità, la possibilità di controllare le targhe delle auto, informazioni sulla patente e dati sul veicolo. Nel futuro si spera possa essere usato per altre funzioni, come la traduzione di lingue.
Motorola ha lavorato a lungo per creare questo prodotto: sono state condotte ben 2.000 ore di interviste con oltre 50 servizi di emergenza per la progettazione di APX Next. Il prezzo è sconosciuto: dipenderà molto da quante unità verranno acquistate in blocco. Si tratta pur sempre di un prodotto enterprise, no?