La funzione di WhatsApp per segnalare un contatto molesto, che invia spam o che vogliamo bloccare perché magari ci invia dei messaggi che preferiremmo non leggere (ad esempio un ex partner che ci minaccia), sta per ricevere una importante novità. Per la precisione a cambiare sarà il procedimento per la segnalazione di un contatto, funzione che WhatsApp chiama “Report and block” in inglese e “Segnala contatto” in italiano.
La nuova funzione sarà più potente e probabilmente più efficace, ma allo stesso tempo solleva leciti dubbi sulla privacy nel caso in cui il contatto segnalato non sia effettivamente molesto o pericoloso. A cambiare, infatti, è la quantità di informazioni su quel contatto che verranno inviate a WhatsApp, decisamente superiore rispetto a quella attuale. Come gestirà WhatsApp queste informazioni? E, soprattutto, per quale motivo dovrebbe essere WhatsApp a gestirle e non, ad esempio, un organo di polizia? Tanti dubbi non sono campati in aria, ma derivano dalla sostanza della novità introdotta dalla piattaforma di messaggistica istantanea.
Segnalare un contatto su WhatsApp: cosa cambia
Al momento è possibile segnalare un contatto a WhatsApp aprendo la chat scambiata con tale contatto, facendo tap sul nome, scorrendo in basso fino al fondo della schermata e scegliendo “Segnala contatto“. Questo metodo porta all’elaborazione di un report automatico che viene inviato a WhatsApp, che poi tiene in considerazione anche eventuali ulteriori segnalazioni da parte di altri utenti al fine di capire se quel contatto va espulso dalla piattaforma, ad esempio perché fa spam di massa.
Con la nuova funzione di segnalazione, introdotta nella beta 2.20.206.3 per Android, il report inviato a WhatsApp include anche i messaggi recenti scambiati con il contatto segnalato. In questo modo WhatsApp ha modo di capire meglio se l’utente che è stato segnalato ha messo in atto comportamenti effettivamente non conformi alle regole della piattaforma.
Nuove segnalazioni WhatsApp: il problema della privacy
Tutto questo rende le segnalazioni degli utenti su WhatsApp certamente più efficaci, ma allo stesso tempo pone enormi dubbi in merito alla privacy: chi leggerà quei messaggi? Sarà un algoritmo o un umano in carne ed ossa? E, soprattutto, per quale motivo si dovrebbe dare la possibilità a chiunque di inviare una chat privata ad una piattaforma con crittografia end-to-end?
Tale crittografia, lo ricordiamo, funziona in modo che neanche WhatsApp possa leggere i messaggi scambiati sulla piattaforma, almeno in teoria. Con la nuova funzione di segnalazione, invece, le conversazioni di un utente che non ha fatto nulla di realmente grave potrebbero essere inviate a WhatsApp e lette da qualcuno.
Due smartphone per catturare l'attenzione degli utenti della fascia media. Motorola continua nella sua progressione e dopo aver presentato i flaghship Moto Edge ed Edge+ decide di arricchire il suo catalogo proponendo oggi moto g 5G ma anche moto g9 Power, che come vedremo posseggono specifiche tecniche interessanti sotto alcuni aspetti.
moto g9 Power
Partiamo dal più interessante per specifiche tecniche ossia il nuovo moto g9 Power che già dal nome potrà far capire la sua caratteristica principale: una batteria da ben 6.000 mAh per una durata immensa che l'azienda stima in addirittura 60 ore. E' la batteria più longeva realizzata da motorola in un proprio smartphone e questo permetterà di avere uno strumento tra le mani praticamente esente dalle ricariche quotidiane. La mobilità dunque sarà il suo pezzo forte con videochiamate all'ordine del giorno, soprattutto in questi tempi di pandemia, senza il rischio però di avere la preoccupazione della carica.
Chiaramente non sarà questa l'unica prerogativa di un device dalle caratteristiche più che interessante. moto g9 Power infatti per la prima volta su questa gamma aggiunge un sensore ad altissima risoluzione da 64 MP che offre tanta chiarezza e precisione del colore negli scatti. La tecnologia Quad Pixel assicura che ogni foto risulti nitida e luminosa, indipendentemente dall'impostazione scelta grazie alla sensibilità 4 volte più elevata. Motorola in questo cerca di dare un aspetto Pro alle immagini scattate grazie al sensore di profondità da 2MP e a quello Macro sempre da 2MP che insieme permetteranno di catturare i piccoli dettagli che altrimenti non si riuscirebbero ad avere senza una Macro Vision dedicata ed un sensore Depth. C'è poi anche una fotocamera da 16 MP con tecnologia Quad Pixel per i selfie che permette scatti sempre degni di Instagram.
Importante per dimensioni e non solo è il display Max Vision HD da 6,8", che offre un'esperienza coinvolgente grazie all'assenza di importanti cornici. Il cuore pulsante invece dello smartphone è uno Snapdragon 662 che viene qui coadiuvato da 4 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione integrato. In questo caso però Motorola cerca di raggiungere il massimo delle prestazioni andando ad ottimizzare al meglio il software con l'hardware. Ecco perché propone un Android 10 al massimo della sua espressione stock con l'introduzione solo di alcune personalizzazione come quelle dell'applicazione della fotocamera che è stata riprogettata e pone ora le funzioni più utilizzate a portata di mano nella parte inferiore dello schermo, rendendo più facile e più intuitiva scattare le foto nel miglior modo possibile. C'è poi anche un pulsante dedicato per l'Assistente Google che aiuta a trovare rapidamente le risposte e a fare le cose semplicemente usando la voce.
Il nuovo Motorola moto g9 Power sarà disponibile in Europa ad un prezzo consigliato di 199,99€.
moto g 5G
E c'è anche il nuovo moto g 5G che Motorola decide di rinnovare portandolo ad un livello superiore soprattutto per quanto concerne la rete 5G più veloce del momento. In questo caso lo smartphone ha del vero potenziale perché sfrutta anni di esperienza dell'azienda nella fascia media creando un nuovo potente dispositivo per distinguersi in questo segmento. C'è la connessione 5G ultra veloce, c'è una batteria potente e c'è anche un'ottima tecnologia fotografica che di certo non potrà passare inossarvata. Il nuovo moto g 5G è un nuovo potente dispositivo nella famiglia moto g che offre caratteristiche di nuova generazione mantenendo quel ''family fealing'' che in tanti ancora cercano.
Dalla sua moto g 5G infrange le aspettative per la fascia media fissando un nuovo standard per fotocamera, batteria e display ad un prezzo decisamente accessibile. Lo smarpthone è dotato di prestazioni basate sull'intelligenza artificiale ottimizzate per le attività più intense. Possiede un processore Qualcomm Snapdragon 750G 5G di nuovissima generazione che consente di sperimentare velocità incredibili sulla nuova rete 5G per navigazione, download ma anche giochi.
C'è poi un comparto fotografico di tutto rispetto con un sistema a tripla fotocamera. Qui moto g 5G possiede tanta tecnologia di imaging a bordo con un sensore principale da 48 MP con tecnologia Quad Pixel che aiuta l'utente negli scatti anche in condizioni di scarsa illuminazione. C'è anche l'obiettivo ultra-wide da 8MP che permette di raggiungere scene ampie addirittura fino a 188 gradi. E poi è presente anche una fotocamera Macro Vision dedicata da 2MP che permette scatti 5 volte più ravvicinati al soggetto di un normale obiettivo. Non dimentichiamo anche la fotocamera selfie principale da 16MP con una grande dimensione di 2,0 μm con tecnologia Quad Pixel.
Il moto g 5G è alimentato da una batteria da 5.000 mAh che permetterà a detta di Motorola di mantenere attivo lo smartphone per oltre due giorni con una singola carica. A livello hardware come detto c'è lo Snapdragon 750G che migliora l'efficienza energetica in modo da permettere collegamenti a velocità 5G senza la preoccupazione di scaricare la batteria. Oltretutto è disponibile la ricarica da 20W TurboPower che consente di ottenere 10 ore di carica in soli 15minuti.
A livello di display moto g 5G possiede un MaxVision Full HD da 6.7 pollici capace di supportare HDR10 e che fa veramente impressione per colori vividi e veri con luminosità migliorata e con un rapporto di forma unico da 20:9 per una presa sicura in mano. Per le prestazioni abbiamo anche 6GB di RAM oltre a 128 GB di memoria integrata con possibilità di espanderla fino ad 1TB utilizzando lo slot della scheda microSD.
Motorola cerca di raggiungere il massimo delle prestazioni andando ad ottimizzare al meglio il software con l'hardware. Ecco perché propone un Android 10 al massimo della sua espressione stock con l'introduzione solo di alcune personalizzazione come quelle dell'applicazione della fotocamera che è stata riprogettata e pone ora le funzioni più utilizzate a portata di mano nella parte inferiore dello schermo, rendendo più facile e più intuitiva scattare le foto nel miglior modo possibile. C'è poi anche un pulsante dedicato per l'Assistente Google che aiuta a trovare rapidamente le risposte e a fare le cose semplicemente usando la voce.
Moto g 5G sarà disponibile ad un prezzo consigliato di 299,99€.
A qualche settimana dalla loro presentazione ufficiale, oggi possiamo finalmente parlarvi dei nuovi processori AMD basati su architettura Zen 3. In questa recensione ci concentreremo sul Ryzen 9 5900X e sul Ryzen 5 5600X, i primi due che abbiamo ricevuto, ma nel corso dei prossimi giorni troverete sulle nostre pagine anche le recensioni degli altri modelli ufficializzati da AMD lo scorso 8 ottobre.
AMD ha deciso di cambiare nomenclatura ai propri processori, saltando la serie 4000 e passando direttamente alla 5000. Siamo felici di questa scelta, in quanto crea meno confusione nel consumatore finale: la famiglia 4000U/H dedicata al mercato mobile e quella 4000G per i sistemi desktop (esclusiva OEM) sono basate su architettura Zen 2, mentre i nuovi Ryzen 5000 sfruttano la nuova architettura Zen 3.
I nuovi AMD Ryzen 9 5900X e Ryzen 5 5600X, come del resto tutti gli altri Ryzen 5000, si pongono principalmente un obiettivo: migliorare ancora le prestazioni single core, per raggiungere e superare l’eterna rivale Intel, ancora superiore in quel campo. Ci riusciranno? Scopriamolo.
Specifiche tecniche
Partiamo come sempre dalle specifiche tecniche dei nuovi processori, che trovate riassunte nella tabella qui sotto. Il Ryzen 9 5900X ripropone la configurazione 12 core / 24 thread vista sul Ryzen 9 3900X, con una frequenza di boost pari a 4,8GHz e 64MB di cache L3. Il design a chiplet offre 2 CCD e 1 IOD, mentre il TDP è di 105 watt.
Rispetto al 3900X, il nuovo Ryzen 9 5900X offre una frequenza massima in boost di 200MHz superiore, lo stesso numero di core e thread e lo stesso TDP. Anche la cache L2 e L3 e il numero di linee PCIe 4.0 non cambiano, mentre la frequenza base si abbassa leggermente e passa da 3,8 GHz a 3,7GHz.
Ryzen 9 5900X | Ryzen 9 3900X | Ryzen 5 5600X | Ryzen 5 3600X | |
Architettura | Zen 3 | Zen 2 | Zen 3 | Zen 2 |
Processo produttivo | Chiplet: 7 nm I/O die: 12nm |
Chiplet: 7 nm I/O die: 12 nm |
Chiplet: 7 nm I/O die: 12 nm |
Chiplet: 7 nm I/O die: 12 nm |
Core | 12 | 12 | 6 | 6 |
Thread | 24 | 24 | 12 | 12 |
Freq. base | 3,7GHz | 3,8 GHz | 3,7 GHz | 3,8 GHz |
Freq. boost max | 4,8GHz | 4,6 GHz | 4,6 GHz | 4,4 GHz |
Cache L2+L3 | 6+64 MB | 6+64 MB | 3+32 MB | 3+32 MB |
Linee PCIe | 24 PCIe 4.0 (4 al chipset) | 24 PCIe 4.0 (4 al chipset) | 24 PCIe 4.0 (4 al chipset) | 24 PCIe 4.0 (4 al chipset) |
TDP | 105 watt | 105 watt | 65 watt | 95 watt |
Il Ryzen 5 5600X mette a disposizione 6 core e 12 thread, che operano a una frequenza base di 3,7GHz ma sono in grado di raggiungere i 4,6GHz in boost. La cache L3 è pari a 32MB, mentre il TDP è di soli 65 watt. Nella confezione del Ryzen 5 5600X troviamo anche un dissipatore AMD Wraith Stealth, che ci permette di usare la CPU senza doverci affidare a soluzioni aftermarket, a patto di non voler effettuare overclock o gestire carichi di lavoro sostenuti.
Rispetto al Ryzen 5 3600X, il nuovo modello offre una frequenza di boost maggiore (anche in questo caso di 200MHz) e la stessa configurazione core / thread, il tutto con un TDP di 30 watt inferiore.
Le novità di Zen 3
Come già detto i nuovi AMD Ryzen 9 5900X e Ryzen 5 5600X sono basati sulla nuova architettura Zen 3, sempre basata sul processo produttivo a 7nm di TSMC. La casa di Sunnyvale ha lavorato per migliorare praticamente qualsiasi aspetto di Zen 2, ma la novità più interessante sta sicuramente nei miglioramenti all’IPC.
Con Zen 3 infatti AMD ha dichiarato di aver raggiunto un incremento dell’IPC fino al 19% rispetto a Zen 2, che meno di due anni fa andava a incrementare del 15% le istruzioni per clock rispetto a Zen. Per raggiungere questo risultato AMD ha migliorato la predizione delle diramazioni (branch prediction), velocizzato il recupero in caso di predizioni errate e aumentato il bandwidth per caricamenti e archiviazioni: in Zen 3 ogni ciclo può effettuare 3 load e 2 store, contro i 2 load e 1 store di Zen 2.
Le novità di Zen 3 non riguardano però solamente l’architettura, i nuovi Ryzen 5000 hanno subito anche alcune modifiche al design dell’architettura del SoC. Nei processori Ryzen basati su architettura Zen 2 avevamo due CCX (core complex) formati da 4 core / 8 thread e 16MB di cache L3 per ogni CCD (compute die), in Zen 3 invece ogni CCD contiene un singolo CCX, che comprende al suo interno 8 core / 16 thread e 32MB di cache L3.
Il nuovo design migliora notevolmente la velocità di comunicazione core-to-core e core-to-cache, eliminando la comunicazione tra CCX e aumentando sensibilmente le prestazioni nei giochi e in tutti quei casi d’uso dove la bassa latenza gioca un ruolo fondamentale. AMD afferma che questa novità migliora le performance gaming di Zen 2 del 26% circa in 1080p, ma nei giochi che sfruttano meglio la CPU come CS:GO, League of Legends e Valorant la differenza può arrivare fino al 50%.
Le schede madri compatibili con i Ryzen 5000
La novità che più farà felici gli utenti che vogliono acquistare un processore AMD Ryzen di nuova generazione non è, di fatto, una novità. I Ryzen 5000 usano ancora il socket AM4, quindi è possibile installare le nuove CPU anche sulle schede madri attuali, ma quali sono compatibili?
Al momento del lancio, le nuove CPU potranno essere installate su tutte le schede madri con chipset serie 500, ovvero le X570, B550 e A520. Sulle pagine di supporto dei vari produttori troverete i BIOS aggiornati.
Se siete in possesso di una scheda madre con chipset della serie 400, come una X470 o una B450, potrete usare i nuovi Ryzen 5000 ma dovrete aspettare la fine dell’anno; i BIOS aggiornati infatti dovrebbero arrivare tra dicembre e gennaio.
Parliamo ora di prestazioni, partendo da quelle nei giochi. Abbiamo eseguito i nostri test a risoluzione Full HD e con un livello di dettaglio grafico alto, in modo da avere un carico maggiore sulla CPU. Nel confronto abbiamo inserito, oltre ovviamente al Ryzen 9 5900X e al Ryzen 5 5600X, i vecchi Ryzen 9 3900X e Ryzen 5 3600X e i due Intel con cui le nuove soluzioni AMD si vanno a scontrare, il Core i9-10900K e il Core i5-10600K. Qui sotto, come sempre, vi lasciamo le nostre configurazioni di prova.
Vi anticipiamo che abbiamo fatto altri test oltre a quelli che vedete qui, che approfondiremo più nel dettaglio nelle conclusioni della recensione.
Piattaforma di prova
Configurazione di prova AMD
Configurazione di prova Intel decima generazione
Dissipatore | Asus ROG Ryujin 360 |
Scheda madre | Asus ROG Maximus XII Hero (WiFi) |
RAM | Corsair Dominator Platinum RGB |
Archiviazione | SSD PCIe 4.0 Corsair MP600 2 TB |
Alimentatore | Asus ROG Thor 850M |
Scheda video | Asus ROG Strix RTX 2080 Ti |
Sistema operativo | Windows 10 versione 2004 |
Prestazioni nei giochi
Metro Exodus
Eseguiamo il benchmark di Metro Exodus con il preset di qualità “High”, disattivando Nvidia Hairworks e Physix e senza abilitare Ray Tracing e DLSS. In questo test Intel ha ancora la meglio sulle soluzioni AMD, con il Core i9-10900K che supera il Ryzen 9 5900X e il Ryzen 5 5600X del 5% circa. Il Core i5-10600K raggiunge un framerate leggermente inferiore, ma rimane sopra i due Ryzen di una manciata di FPS. Pur non riuscendo a raggiungere il top di gamma Intel, i nuovi Ryzen offrono comunque un miglioramento intorno al 5% rispetto ai modelli della serie 3000.
F1 2020
Per F1 2020 impostiamo il dettaglio grafico su alto e disattiviamo l’anti aliasing, dopodiché eseguiamo il test sul circuito di Monaco in condizioni di piaggia forte. In questo benchmark vediamo che i Ryzen 5000 ottengono un risultato molto simile e superano Intel: il distacco tra Ryzen 9 e Core i9 e del 11,8%, mentre quello tra Ryzen 5 e Core i5 è del 27%. Se confrontiamo le CPU AMD tra loro, il Ryzen 9 5900X migliora il risultato del Ryzen 9 3900X del 23%, mentre il Ryzen 5 5600X supera il Ryzen 5 3600X del 31,8%.
Valorant
Valorant è un gioco particolare, che sfrutta un singolo core e dipende molto dalla CPU, motivo per cui nei benchmark si vedono enormi differenze. Finora l’ago della bilancia pendeva verso il Core i9-10900K, capace di generare il 34% di frame al secondo in più rispetto al Ryzen 9 3900X, ma con la gamma 5000 la situazione si è ribaltata: il Ryzen 9 5900X supera il Core i9-10900K del 33%, mentre il Ryzen 5 5600X supera il Core i5-10600K addirittura del 73%.
Rainbow Six Siege
Anche per il benchmark di Rainbow Six Siege abbiamo selezionato un livello di qualità alto e disabilitato l’anti-aliasing. Si tratta di un titolo che sfrutta pochi core e trae beneficio per lo più dalle frequenze elevate, caratteristica che si rispecchia nei risultati che abbiamo ottenuto: il Core i9-10900K rimane il migliore, con un risultato che supera del 7,5% quello ottenuto dal Ryzen 9 5900X e dal Ryzen 5 5600X, praticamente appaiati. Più indietro invece il Core i5-10600K, che viene superato di poco (2,8%) da entrambi i Ryzen 5000.
Anche in questo caso, i Ryzen 5 5900X e Ryzen 5 5600X migliorano i risultati dei propri predecessori, avvicinandosi ancor di più alle prestazioni del top di gamma di Intel.
Doom Eternal
Doom Eternal tra questi è il gioco in cui la situazione è più combattuta, ma alla fine ad avere la meglio è il Ryzen 9 5900X, che supera il Core i9-1900K di pochissimo (1,5%). Il distacco si fa ancor più ridotto se guardiamo al Ryzen 5 5600X e al Core i5-10600K, che ottengono un risultato praticamente identico; di fatto, possiamo dire che in Doom Eternal i nuovi Ryzen 5000 e i Core di decima generazione offrono le stesse prestazioni.
3DMark Physics
3DMark Fire Strike Extreme è un ottimo benchmark che simula il carico di lavoro di un tipico videogioco, il punteggio Physics ci da un’idea delle prestazioni della CPU in questi scenari. I risultati del test hanno sempre mostrato come Intel e AMD di fatto si eguagliassero, ma l’arrivo dei Ryzen 5000 ha cambiato le carte in tavola: il Ryzen 9 5900X supera il Core i9-10900K del 20%, mentre il Ryzen 5 5600X migliora quanto fatto dal Core i5-10600K del 27%.
Per eseguire i benchmark necessari a misurare le prestazioni multi-core e single-core, ci siamo affidati a diversi software che permettono di eseguire benchmark sintetici, di rendering, compressione, codifica video e altro. Per valutare le performance nei carichi di produttività da ufficio ci siamo invece affidati a PCMark 10, che simula molto bene questo scenario.
Cinebench R20
Cinebench R20 è un benchmark sintetico che da un’idea delle prestazioni del processore renderizzando una stanza. In multi-thread il Ryzen 9 5900X migliora del 16,5% il risultato ottenuto dal Ryzen 9 3900X e supera del 34% il Core i9-10900K del 34%, grazie anche ai due core in più a disposizione. Il Ryzen 5 5600X fa segnare un +20% sul Ryzen 5 3600X e un +24% sul Core i5-10600K, merito soprattutto dell’IPC migliorato.
Il test single-thread ha sempre mostrato come Intel fosse superiore grazie alle frequenze più alte, ma i miglioramenti introdotti dall’architettura Zen 3 hanno di nuovo cambiato le carte in tavola: ora i Ryzen 5000 sono superiori anche nel test single core, nonostante la frequenza di boost rimanga inferiore a quella dei Core di decima generazione.
POV-Ray
POV-Ray è un altro benchmark sintetico che simula un rendering Ray Tracing e offre un’idea delle prestazioni delle CPU. Il test multi-thread non racconta nulla di nuovo, con il Ryzen 9 5900X che migliora il risultato del suo predecessore e aumenta il distacco dal Core i9-10900K. Lo stesso discorso vale per il Ryzen 5 5600X.
Come in Cinebench R20, anche nel test single-thread di POV-Ray troviamo delle sorprese, con i due Ryzen 5000 che concludono il benchmark più velocemente del Core i9-10900K e risultando di conseguenza migliori. Come già visto prima, la situazione è cambiata rispetto a tempo fa, dove i Core di decima generazione offrivano prestazioni superiori rispetto ai Ryzen 3000.
Corona 1.3
Corona 1.3 è un altro benchmark che simula un rendering. Come negli altri test multi-thread, anche qui vediamo una vittoria del Ryzen 9 5900X, che migliora di 15 secondi il tempo del Ryzen 9 3900X e stacca il Core i9-10900K, finora alla pari del processore AMD di vecchia generazione. Similmente, il Ryzen 5 5600X supera il Core i5-10600K, che finora risultava migliore del Ryzen 5 3600X in questo specifico test.
Handbrake 1.3.3
Handbrake è un programma che usiamo per valutare le prestazioni di transcodifica video con un file di prova da 1,5GB in formato MKV. Anche qui il Ryzen 9 5900X risulta il processore migliore, superando sia il Ryzen 9 3900X che il Core i9-10900K. Stesso discorso per il Ryzen 5 5600X, che fa meglio del Ryzen 5 3600X e del Core i5-10600K.
Blender 2.90
Per il test di Blender eseguiamo il render di un progetto di prova, disponibile sul sito ufficiale del programma. Il Ryzen 9 5900X è nuovamente primo in classifica, ma la situazione più interessante la si ha con il Ryzen 5 5600X: come accaduto in Corona 1.3, la nuova CPU AMD migliora il risultato della precedente generazione e supera il Core i5-10600K, finora con prestazioni equivalenti al Ryzen 5 3600X.
7-Zip
I test di compressione e decompressione di 7-Zip mettono in luce la potenza dei processori Ryzen in questi ambiti. In entrambi i benchmark i Ryzen 5000 superano Intel in maniera convincente, migliorando le prestazioni della precedente generazione.
PCMark 10
Come detto in apertura, usiamo PCMark 10 per valutare le prestazioni con il tipico uso da ufficio del PC. Il benchmark apre pagine web, gestisce documenti di testo e file Excel e simula delle videoconferenze, praticamente tutto quello che viene fatto in una giornata lavorativa tipica.
Le prestazioni con questi carichi di lavoro sono sempre state un vanto per Intel, che difficilmente veniva superata da AMD. Ancora una volta però la situazione è cambiata: il Ryzen 9 5900X ottiene un punteggio superiore al Core i9-10900K e il Ryzen 5 5600X praticamente lo eguaglia, segno che AMD è finalmente riuscita a colmare il gap con Intel e a fare perfino di meglio.
Consumi
Per misurare i consumi abbiamo rilevato i valori alla presa di tutta la piattaforma. Per misurare i valori a pieno carico abbiamo eseguito un loop di Cinebench R20 multi-thread, mentre i quelli in idle sono stati rilevati dopo che la piattaforma è stata lasciata “a riposo” per 10 minuti.
I consumi fatti segnare dal Ryzen 9 5900X e dal Ryzen 5 5600X sono davvero ottimi, in linea con quelli della precedente generazione e inferiori a quelli delle soluzioni Intel, decisamente più “affamate” di energia.
Verdetto
In fase di presentazione AMD è stata chiara: i nuovi processori Ryzen 5000 offriranno prestazioni ancora migliori nel multi-core e nel single-core e saranno al livello delle controparti di Intel nei videogiochi, uno dei pochi campi dove le CPU di Santa Clara risultavano fino ad oggi ancora migliori. Stando a queste dichiarazioni i nuovi Ryzen 5000 sarebbero le migliori CPU sul mercato, sotto ogni aspetto.
I risultati dei benchmark multi-core e single-core mostrano chiaramente la bontà dei Ryzen 9 5900X e Ryzen 5 5600X: le prestazioni sono migliorate notevolmente rispetto a quelle dei Ryzen 3000, andando ad aumentare ancor di più il distacco con Intel nei test multi-thread e raggiungendola o superandola in quelli single-thread.
Il Core i9-10900K rimane il processore con la frequenza più alta sul mercato, ma il miglioramento dell’IPC e la riduzione della latenza interna portati da Zen 3, uniti a un incremento delle frequenze di qualche centinaio di MHz, hanno permesso al Ryzen 9 5900X di dare battaglia alla CPU Intel anche in single-core. Al di là di benchmark sintetici come Cinebench R20, i cui risultati “lasciano il tempo che trovano”, la situazione si è ribaltata anche in test come quello di PCMark 10, che simula il tipico uso da ufficio del PC e che finora aveva visto i processori Core praticamente imbattuti, proprio grazie alle prestazioni single-core superiori.
Lo stesso discorso vale per il Ryzen 5 5600X, che offre prestazioni decisamente convincenti superando il Core i5-10600K in tutti i test multi-core e single-core e migliorando i risultati del Ryzen 5 3600X, a volte inferiore alla controparte Intel.
Parliamo ora di videogiochi, ambito in cui la situazione si fa più complicata. I risultati dei test mostrati sono stati ottenuti utilizzano una RTX 2080 Ti e impostando i videogiochi a un livello di dettaglio “alto”, impostazioni diverse da quelle che usiamo di solito (RTX 2080 e qualità Ultra). In realtà quando abbiamo iniziato i test abbiamo adottato la solita configurazione e approccio, poiché come potete immaginare abbiamo uno storico di dati con cui possiamo confrontare i nuovi test. Usando una RTX 2080 e impostazioni qualitative massime (qualità Ultra), i risultati ottenuti con i processori Intel rimanevano superiori rispetto a quanto sono in grado di segnare i nuovi arrivati AMD, nonostante le differenze rimangano minime nella maggior parte dei videogiochi. Utilizzando una RTX 2080 Ti o una RTX 3080 e abbassando di un gradino il livello di dettaglio la situazione cambia, ed è quella mostrata nei grafici di questo articolo: in alcuni giochi Intel risulta migliore, in altri invece sono i processori AMD a prendere la testa della classifica, e in altri ancora c’è un sostanziale pareggio.
Abbiamo scoperto questo comportamento perché, come accade solitamente, durante la fase di test manteniamo un dialogo costante con i produttori dei processori; avendo a che fare con nuovi prodotti è importante verificare se i comportamenti che riscontriamo sono corretti; a volte basta un BIOS non finale o qualche impostazione specifica per cambiare, anche di molto, i risultati.
Quanto scoperto ci impone la necessità di effettuare ulteriori test e approfondire come cambia il comportamento di questi processori in abbinamento a differenti schede video e impostazioni dei giochi. Se dovessimo tirare delle conclusioni con i dati attuali, consiglieremmo i nuovi Ryzen 5000 solamente a coloro che vorranno abbinarli a una scheda grafica di fascia alta. Al contrario, se non avete fretta e vorrete saperne di più, stiamo lavorando a un approfondimento che uscirà nelle prossime settimane. Per essere chiari, non ci aspettiamo di scoprire situazioni in grado di cambiare radicalmente il giudizio: i nuovi Ryzen 5000 sono ottimi processori, e AMD con questa serie ha colmato le distanza con Intel, quindi siamo davanti a processori validi sotto tutti i punti di vista. Tuttavia sarà interessante analizzare meglio questo comportamento.
Per quanto riguarda i prezzi, il Ryzen 9 5900X sarà disponibile a un prezzo di circa 570 euro (469 euro IVA esclusa), mentre il Ryzen 5 5600X costerà circa 320 euro (259 euro IVA esclusa). Parliamo di cifre superiori a quelle a cui sono stati lanciati il Ryzen 9 3900X e il Ryzen 5 3600X, e ovviamente non ne siamo felici: ci aspettavamo un aumento di prezzo, ora che la competizione è più agguerrita che mai, ma speravamo in prodotti più economici di quanto annunciato.
Confrontando i prezzi con le soluzioni Intel, vediamo che il Ryzen 9 ha un costo di poco superiore al Core i9-10900KF, acquistabile oggi a 535 euro. Il Core i9-10900K solitamente si aggira tra i 500 e i 550 euro, ma al momento della stesura di questa recensione è acquistabile solo ben oltre i 700 euro, probabilmente a causa di una scarsa disponibilità. Detto questo, crediamo che la differenza di prezzo sia accettabile in merito alle prestazioni viste: se siete indecisi tra questi due processori, giocate su PC e usate software che sfruttano molti thread e la parallelizzazione, vi consigliamo di acquistare il Ryzen 9 5900X.
Il Ryzen 5 5600X costa circa 60 euro in più del Core i5-10600K, disponibile mentre scriviamo a 260 euro. Anche in questo caso vale il discorso fatto prima: se siete alla ricerca di un processore per il vostro nuovo PC da gaming ma avete in previsione di fare anche streaming o editing video, il nostro consiglio è quello di acquistare il nuovo Ryzen 5 5600X, nonostante il prezzo superiore. Se invece volete assemblare un nuovo PC esclusivamente per giocare, vi consigliamo di aspettare i nostri test approfonditi sui giochi, in quanto potreste scoprire che una soluzione è meglio dell’altra a seconda della scheda video a cui la abbinate.
A inizio dicembre, durante il Tech Summit 2020, Qualcomm, salirà sul palco per presentare finalmente il processore di fascia alta Snapdragon 875. È da molto tempo che si parla delle presunte prestazioni del nuovo SoC (System on a Chip), ma un inedito rumor su Weibo ci permette di scoprire quella che potrebbe essere la composizione effettiva dei core.
Ci si aspetta tanta potenza bruta
Il rumor indica che il processore octa-core a 5 nm – come il chip A14 di Apple e il Kirin 9000 di Huawei – potrebbe montare un single core da 2,8 GHz, tre core Cortex-A78 da 2,42 GHz e quattro core Cortex-A55 da 1,8 GHz. La GPU dovrebbe essere invece la Adreno 660, indicata da molti come un vero balzo in avanti rispetto alla Adreno 650 montata su Qualcomm Snapdragon 865.
Rumor precedenti indicavano che il single core da 2,8 GHz potrebbe essere il Cortex-X1 svelato da ARM qualche mese fa, il quale sarebbe il 23% più prestante di un normale Cortex-A78. Per quanto riguarda la connettività è ovviamente previsto il supporto alle reti 5G, possibilmente gestito dal modem Snapdragon X60, di cui però non è ancora dato sapere se sarà integrato all’interno del chip.
È probabile che nel corso delle prossime settimane verranno condivise ulteriori informazioni sullo Snapdragon 875, magari anche quale sarà il primo smartphone su cui verrà montato.
ASRock ha presentato le sue prime schede grafiche della serie RX 6000 basate sull’architettura RDNA2 di AMD, chiamate ASRock RX 6800 e ASRock RX 6800 XT, realizzate secondo le specifiche di riferimento. Ad oggi, l’azienda deve ancora annunciare eventuali varianti custom.
ASRock RX 6800
La RX 6800 sarà la scheda meno potente della nuova line up di AMD, almeno tra quelle presentate sino ad ora, e dovrà vedersela con le migliori schede grafiche nella fascia media grazie alle sue 60 CU con una frequenza di boost pari a 2.105MHz ed accompagnate da 16GB di VRAM GDDR6, il tutto con un TDP di 250W.
ASRock Radeon RX 6800 presenta un sistema di dissipazione ad aria che occupa quasi tre slot di espansione e misura 267x120x40 mm. Non si sa molto sul design del dissipatore, ma sicuramente ci sarà una parte completamente aperta sul lato per espellere l’aria calda mossa dalle ventole.
Esteticamente, questo è uno dei design più belli di AMD. Il rivestimento è nero opaco sui bordi e accompagnato da una striscia centrale argentata dove si trovano le tre ventole. Linee rosse delineano i lati, con un logo Radeon al centro. La scheda viene alimentata tramite due connettori PCIe a otto pin.
ASRock RX 6800 XT
Sulla ASRock RX 6800 XT il dissipatore di riferimento di AMD è stato ampliato di altri 10mm per avere più area dissipante, mentre mantiene la stessa altezza e lunghezza del modello RX 6800.
Anche esteticamente la scheda è leggermente diversa. La striscia argentata al centro della copertura è leggermente più sottile ai bordi rispetto all’ASRock RX 6800, ma in posizione centrale, e l’XT guadagna un angolo più aggressivo a forma di X.
La RX 6800 XT sarà la risposta di AMD all’RTX 3080 di NVIDIA, avrà 72 CU ed una frequenza di boost di 2.250 MHz, mentre il TDP sarà pari a 300W.
Ricordiamo che la data di lancio di Radeon RX 6800 e RX 6800 XT è il 18 novembre, mente per la RX 6900 dovremo attendere qualche giorno in più.