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Motorola Razr è il primo vero smartphone pieghevole. L’abbiamo provato e ce ne siamo innamorati

Abbiamo passato qualche ora insieme al nuovo Motorola Razr. Lo smartphone pieghevole nato nei laboratori di Chicago è esattamente quello che si può desiderare da un prodotto simile: bello, veloce, piccolo e incredibilmente cool.

Tecnologia e innovazione vera, uscita dai laboratori di Chicago di Motorola. Gli ingegneri che ci hanno lavorato, abbiamo avuto modo di parlarci all’evento di lancio di Londra, non riescono a nascondere il sorriso e la soddisfazione per essere usciti da un tunnel lungo 4 anni. Perché sono quasi 50 i mesi richiesti per sviluppare questo prodotto, un lungo e continuo tira e molla tra designer, ingegneri e reparto marketing, ognuno con le sue esigenze e le sue necessità. Avessero dato retta al marketing, probabilmente sarebbe uscito lo smartphone che molti appassionati sognavano, con tante fotocamere, una batteria gigante e un processore potente, ma sarebbe anche stato grosso il doppio, pesante e costoso.

Per fortuna hanno vinto i designer, e il prodotto che abbiamo aperto, e chiuso, e aperto cento volte a Londra e che ci ha fatto davvero riscoprire il piacere di tenere tra le mani un qualcosa di veramente nuovo non sarebbe mai nato se non fosse stato per la loro insistenza. Gli ingegneri hanno fatto il resto, e hanno confezionato quello che sembra essere la versione “Ritorno al futuro” del prodotto che 15 anni fa molti di noi tenevano in tasca.

Il primo vero smartphone pieghevole, perché è uno smartphone fatto per diventare più piccolo, non un tablet che diventa smartphone come possono esserlo il Mate X o il Galaxy Fold.

Un prodotto davvero curato sotto ogni aspetto, soprattutto per quanto riguarda quel delicato schermo che, lo sappiamo noi e lo sa bene Samsung, potrebbero rompersi molto facilmente. Motorola ha realizzato il suo Razr partendo da uno schermo flessibile pOLED da 6.2” ma solo la parte centrale è flessibile: il resto è ancorato ad un supporto di acciaio, fisso nella parte alta e montato su una slitta nella parte bassa. La gif qui sotto mostra il sistema: quando si piega lo smartphone il display rientra di qualche millimetri nella zona inferiore, un movimento assistito da una serie di molle che lo tirano verso il basso. 

Le stesse molle che lo mantengono anche teso quando lo smartphone è aperto: la piega, visibilissima su un Galaxy Fold, qui non è affatto evidente, si sente solo sotto il polpastrello.

A qualcuno potrebbero non piacere certe scelte

Un appassionato di tecnologia deve chiudere più di un occhio per certe soluzioni adottate da Motorola: la batteria è stata divisa in due ed è piccola, molto piccola, il processore è solo uno Snapdragon 710 e soprattutto lo schermo è sagomato, non è affatto dritto. Sia sopra, dove c’è il notch, sia sotto, dove c’è una curva, quello che l’utente vede quando guarda un video di YouTube è una sagoma a barilotto. Non il modo perfetto per godere di un film, ma poco importa, nonostante lo schermo sagomato il Razr resta bellissimo se inserito nel contesto di un prodotto innovativo che deve rompere alcuni schemi, formato dello schermo incluso.

Sottile e ben bilanciato, il Razr si apre e si chiude senza il minimo sforzo: sembra talmente robusto che durante la presentazione lo abbiamo maltrattato come se fosse un veterano di guerra, un prodotto con una cerniera fatta apposta per non spezzarsi. La sensazione di solidità che ci ha dato il Razr non ce l’ha data nessun altro pieghevole che abbiamo provato, e una delle persone che hanno lavorato ai test di resistenza dello schermo ci ha assicurato che anche se entra un granello di polvere, lo schermo non si dovrebbero rompere.

Dovesse succedere nessun problema: lo schermo OLED, montato sulla slitta, è agganciato solo nella parte alta e la sostituzione è semplicissima, motivo per il quale Motorola fa pagare solo 299 euro nel caso di rottura dello schermo fuori garanzia. All’interno c’è uno Snapdragon 710, non il più veloce della gamma ma quello che offre il miglior rapporto velocità consumi, e effettivamente ci è sembrato di trovarci di fronte ad un prodotto scattante e fluido. Il Razr non è uno smartphone da prestazioni, è uno smartphone per un utente che già oggi arriva fino a sera con il telefono, che ha un secondo telefono da usare per lavoro e che vuole come primo telefono un prodotto che sia piacere. E aprire il Razr di fronti agli amici, e di chi non ha mai visto uno schermo olle piegarsi su se stesso, è comunque goduria vera. 

Motorola non ha badato al risparmio: la batteria più grossa non ci stava, un processore più potente scaldava troppo, ha messo il meglio che poteva in ogni ambito. Anche la fotocamera, 16 megapixel f/1.7, è la più ampia che poteva mettere se si considera lo spessore ridotto. E ha inserito pure un sensore ToF per l’effetto sfuocato, andando così ad aiutare il processore Snapdragon nel calcolo di un effetto di defocus che non è semplice per un processore di questa fascia. 

Solo un paio i dubbi: si riempie di ditate con una facilità incredibile. Lo abbiamo dovuto pulire almeno 10 volte mentre facevamo foto e video, crediamo che sia lo smartphone che più attira impronte che ci sia finito sotto mano nell’ultimo anno. E poi c’è quel display frontale piccolo e utilissimo, che però richiede il supporto degli sviluppatori per rendere al meglio: Motorola ha implementato mail, notifiche, centro di controllo, widget musicale e altre piccole chicche, ma serve un buon lavoro da parte di Google per aiutare a sfruttare il modo seamless i due schermi, passando da quello interno a quello esterno con disinvoltura. Anche così, in ogni caso, sembra andare già più che bene.

Razr costerà 1599 euro, e sarà un prodotto per pochi. Ovviamente. Ma è un prodotto bellissimo, che per chi ha usato un Razr ai tempi avrò un sapore ancora più particolare. Il primo varo smartphone pieghevole.

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Oppo presenta Reno2 Zoom durante la finale di League of Legends

Il campionato mondiale League of Legends 2019 è arrivato alla fine dopo oltre un mese di gare a Parigi. In occasione dell’evento, la società Oppo, lo sponsor del torneo, ha presentato il suo ultimo smartphone Oppo Reno2 Zoom. Il device è stato mostrato durante l’evento in uno stand allestito per l’occasione dalla società.

Nel torneo che è iniziato il 2 ottobre a Berlino, 24 squadre hanno partecipato a una serie di epiche partite. Come sponsor del torneo, la società di smartphone Oppo ha allestito uno stand dal 5 al 10 novembre. Ha anche consegnato il premio Most Valuable Player (MVP) e ha presentato il suo smartphone.

Oppo e League Of Legends, la partnership è solo all’inizio

La società ha annunciato ufficialmente a settembre di essere diventata l’esclusivo partner globale per smartphone per gli eventi internazionali di LoL Esports, tra cui The World Championship, Mid-Season Invitational e All-Star Event. In particolare, questa è una partnership a lungo termine e Oppo ha già firmato per cinque anni.

La società ha affermato che non vede l’ora di continuare a collaborare per gli Esports e ha aggiunto che c’è molto altro in serbo. Oppo ha affermato che questa partnership a lungo termine con Riot Games e League of Legends durerà fino al 2024. Dunque, ci sarà tempo per scoprire cosa ha in serbo il produttore di device per gli amanti del Moba.

League of Legends Esports si è unito all’elenco dei partner sportivi di Oppo, che comprende Wimbledon, FC Barcelona, ​​il Consiglio internazionale del cricket e un altro torneo mobile di Esports: la Tencent Playerunknown Battle Ground Mobile Challenger Cup.

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Nokia: tre nuovi smartphone ricevono la certificazione EEC

Sembra che l’azienda HMD Global si stia preparando ad annunciare molto presto almeno tre nuovi dispositivi mobile. Nel corso delle ultime ore, infatti, ben tre smartphone a marchio Nokia sono stati registrati dall’ente EEC con i numeri di modello TA-1205, TA-1212 e TA-1234.

HMD Global potrebbe presentare a breve tre nuovi smartphone Nokia

Gli ultimi smartphone dell’azienda a marchio Nokia che sono stati presentati ufficialmente sul mercato sono gli attuali Nokia 7.2 e Nokia 6.2. Come già anticipato, però, questi ultimi potrebbero essere affiancati molto presto da ben tre nuovi dispositivi. Nello specifico, i dispositivi registrati come TA-1205, TA-1212 e TA-1234 hanno ricevuto la certificazione EEC (Eurasian Economic Commission) e questo significa che arriveranno anche per il mercato europeo.

Per il momento non conosciamo ancora l’effettiva identità di questi tre misteriosi dispositivi, dato che è la prima volta che appaiono in rete questi numeri di modello. Nonostante questo, è molto probabile che questi dispositivi possano essere i futuri Nokia 5.2, Nokia 8.2 e Nokia 2.3. Questi ultimi sono stati già protagonisti di diversi rumors e indiscrezioni ed è molto probabile che arrivino sul mercato nel corso delle prossime settimane.

Per quanto riguarda il modello più prestante dei tre, ovvero il Nokia 8.2, per ora sappiamo che avrà il supporto alla connettività 5G e che sarà alimentato dal processore Snapdragon 735 di Qualcomm. Il modello intermedio, ovvero il Nokia 5.2, ha invece ricevuto qualche settimana fa la certificazione FCC, e da quest’ultima è emerso che potrebbe avere un display da 5.7 pollici. L’ultimo modello, il Nokia 2.3, potrebbe essere invece alimentato dal processore MediaTek Helio A22 con 3 GB di RAM e 32 GB di storage interno.

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Oppo A9 2020 (5.000 mAh): Fine ore 23:00 con il 40% rimanente

Oppo A9 2020 è l'ultimo smartphone dell'azienda cinese ad arrivare sul territorio italiano. È stato ufficializzato solo qualche settimana fa ed è già disponibile all'acquisto anche in Italia. Le specifiche tecniche sono da medio gamma ma Oppo ha voluto dedicare una particolare attenzione all'autonomia integrando una capiente batteria da 5.000 mAh.

L'accoppiata con il SoC Snapdragon 665 ci fa presumere che questo nuovo dispositivo abbia un'ottima durata pur mantenendo delle discrete prestazioni nell'utilizzo quotidiano. Lo stiamo provando ormai da quasi una settimana e siamo pronti a metterlo sotto torchio nella nostra classica giornata stress.

Oppo A9 2020 si pone in una fascia di mercato popolata da tantissime alternative, tra cui l'Asus Zenfone Max Pro M2 (5.000mAh) il Redmi Note 8T, da pochi giorni presentato a Madrid. Senza ovviamente dimenticare un altro dei suoi diretti concorrenti che prende il nome di Galaxy M30s, la risposta di Samsung per questa fascia che addirittura sfoggia una batteria da 6.000mAh

Le grande batteria e le specifiche hardware equilibrate riusciranno a convincerci nel nostro stress test live batteria?

Durante la live metteremo alla prova anche il nuovo sistema quad camera. Ci scusiamo per la falsa partenza di questa mattina ma le statistiche (errate) della Color OS hanno reso necessario un riavvio e l'utilizzo di Accubattery per avere informazioni più precise sui reali consumi.

SPECIFICHE TECNICHE

Display da 6,5" con risoluzione HD+ (1600x720 pixel) e notch a forma di goccia

SoC Qualcomm Snapdragon 665 con Game Boost 2.0

GPU Adreno 610

4GB di memoria RAM LPDDR4x

128GB di storage interno

Quadrupla fotocamera posteriore da 48MP(f/1.8)+8MP(f/2.25)+2MP(f/2.4)+2MP(f/2.4)

Singola fotocamera anteriore da 16MP(f/2.0)

Connettività: Nano-SIM / Nano-USIM, Bluetooth 5.0, A-GPS, Beidou, Glonass, GALILEO, OTG

Batteria da 5000 mAh con supporto al Reverse Charging

Dual Stereo Speaker Dolby Atmos

Sistema operativo Android Pie 9 con personalizzazione software ColorOS 6.0.1

Dimensioni: 163,6 x 75,6 x 9,1mm

Peso: 195g

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OnePlus 7 Pro 5G non è poi così ‘super veloce’, almeno nell’aggiornarsi: Android 10 arriverà solo nel 2020

Il 5G promette di portare innovazioni in tutti i campi, grazie al netto passo in avanti rispetto al 4G in ogni ambito. Al momento però, è soprattutto sinonimo di velocità di connessione, ma lo smartphone 5G di OnePlus non sembra essere capace di tener il passo di cotanta fama, quantomeno per quanto riguarda la velocità nell’aggiornarsi all’ultima versione di Android.

Il produttore cinese ha infatti annunciato ufficialmente che OnePlus 7 Pro 5G si aggiornerà ad Android 10 soltanto nel corso del primo trimestre del 2020, in netto ritardo rispetto al resto della serie OnePlus 7/7T e persino della serie OnePlus 6/6T. A tutto però c’è una spiegazione, più o meno.

A fornirla è Pete Lau, che ha voluto placare le critiche piovute dopo l’annuncio delle tempistiche di aggiornamento tramite una nota comparsa sul forum ufficiale di OnePlus. Il CEO dell’azienda ha infatti ricordato che OnePlus 7 Pro 5G offre una tecnologia tutta nuova, che dunque necessita di più tempo per essere conosciuta e perfezionata, anche per quanto riguarda gli aggiornamenti software.

Prima di poter rilasciare l’aggiornamento ad Android 10 per OnePlus 7 Pro 5G occorrerà dunque un impegno extra, per ottimizzare le nuove componenti e sincerarsi che tutto funzioni alla perfezione, per mantenere alto lo standard qualitativo a cui OnePlus non intende rinunciare, a costo di impiegare più tempo e attirarsi qualche critica.

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