Il Microsoft Surface Laptop 3 con display da 15" potrebbe avere processori AMD Ryzen quad-, esa- e octa-core. Lo sostiene WinFuture, che cita un documento inviato da fonte anonima. I piani di Microsoft sono di presentare in totale sei varianti, i cui dettagli noti sono i seguenti:
una con processore Ryzen 5 3550U (quad-core) e 8 GB di RAM. Prezzo di partenza 999 dollari
una con processore Ryzen 7 3750U e 8 GB di RAM. Prezzo di partenza 1099 dollari
due con processori Ryzen esa-core, uno un po' più potente dell'altro, e 12 GB di RAM. Prezzi di partenza rispettivamente 1.399 e 1.599 dollari
due con processori Ryzen octa-core, uno un po' più potente dell'altro, e 16 GB di RAM. I prezzi saranno rispettivamente di 1.999 e 2.399 dollari, ma varieranno anche le dimensioni dell'SSD.
La parte più interessante di tutto ciò è che, attualmente, nessuno dei processori menzionati qui sopra esiste. Quindi durante l'evento del 2 ottobre Microsoft e il chipmaker potrebbero effettivamente presentare anche dei nuovi processori custom (è vero che le sigle dei due chip quad-core sono già emerse a livello di indiscrezioni). Questo naturalmente ammesso e non concesso che la fonte abbia ragione, cosa di cui WinFuture stessa non è certa fino in fondo. In ogni caso, ricordiamo che Surface Laptop 3 sarà uno dei tanti protagonisti dell'evento: oltre al modello completamente nuovo da 15" è previsto anche un refresh di quello da 13,5" che abbiamo imparato a conoscere in questi anni.
Apple nel 2017 era stata accusata di azioni di obsolescenza programmata, riducendo le prestazioni dei vecchi iPhone per consentire al telefono di non avere arresti casuali dovuti all'invecchiamento delle batterie. Tutto questo aveva scatenato parecchio scalpore, tanto che Apple aveva offerto dei cambi di batteria a prezzi scontati per limitare il throttling del processore e continuare ad avere un dispositivo non limitato a livello software.
Successivamente, l'azienda di Cupertino ha offerto una nuova funzione nel proprio sistema operativo; aggiornando iOS, Apple aveva aggiunto un'impostazione che permetteva di togliere queste limitazioni del processore e quindi consentiva all'utente di scegliere come utilizzare il proprio dispositivo in ambito di prestazioni. La funzione ha comunque un'attivazione intelligenteche avviene solo dopo un arresto imprevisto di iPhone a causa di problemi di batteria.
Apple ha affermato che i nuovi modelli di iPhone dispongono di hardware di monitoraggio della potenza più avanzato, che dovrebbe ridurre l'impatto della limitazione. Questo nuovo hardware viene montato da iPhone 8 e X, che hanno comunque ottenuto la funzione di limitazione l'anno scorso con l'uscita dei fratelli maggiori XS e XR. Anche per i nuovi iPhone 11, 9to5Mac ha individuato una nuova pagina di supporto in cui Apple parla di batteria e di un sistema di gestione dell'alimentazione "più avanzati" rispetto ai telefoni più vecchi. L'azienda parla di una funzione automatica e sempre attiva, suggerendo che alcune versioni della funzione potrebbero essere disponibili dall'inizio.
La storia si ripete e con il prossimo aggiornamento di iOS, la versione 13.1, anche iPhone XS e XR otterranno questa funzione che, in caso di arresti anomali, potrebbe ridurre le prestazioni dello smartphone. Tutti i dispositivi alimentati a batteria si imbatteranno in problemi con l'età, poiché la loro batteria si indebolisce e non è più in grado di sostenere le nuove prestazione richieste dalle app e dal sistema operativo. Apple implementa tutto ciò per una questione di precauzione e mantenimento dei propri smartphone, anche se per i più malintenzionati può essere visto come un modo per far passare l'utente all'ultimo modello in circolazione.
L'aggiornamento arriverà il prossimo 24 settembre e porterà quindi la versione di iOS alla 13.1, dopo solo una settimana dall'aggiornamento ad iOS 13.
Oltre al processore Core i9-9900KS, il mese di ottobre porterà per Intel anche il debutto delle CPU della famiglia Cascade Lake-X. Si tratta dei modelli della famiglia Core-X, caratterizzati da un numero di core superiore a 8 e destinati ai sistemi desktop più potenti oltre che alle workstation grafiche.
Queste nuove CPU rappresenteranno una evoluzione di quelle Skylake-X Refresh ora in vendita, sfruttando la stessa architettura e lo stesso processo produttivo a 14 nanometri. Un affinamento della tecnologia, processo naturale nel corso del tempo, permetterà di avere un boost di prestazioni grazie a frequenze di clock più elevate.
Intel non ha fornito informazioni sulle versioni di processore che debutteranno il prossimo mese; una lista di modelli è stata pubblicata online a questo indirizzo e comprende 4 modelli, ma non si tratta ovviamente di dati ufficiali. I nomi seguono in modo speculare quelli dei modelli ora in commercio, con la proposta top di gamma Core i9-10980XE che appartiene alla famiglia Extreme Edition.
Una entry nel database del benchmark Geekbench riporta informazioni del modello Core i9-10900X, dotato di 10 core: per questa CPU viene indicata una frequenza di base clock di 4 GHz, con un valore di boost clock che raggiunge i 4,6 GHz. A titolo di confronto il modello Core i9-9900X ora in commercio opera con frequenze di 3,5 GHz per il base clock e di 4,5 GHz quale dato di boost clock massimo.
Resta anche da capire quali saranno le caratteristiche tecniche della proposta top di gamma. Da Intel ci si attende un incremento nel numero di core rispetto ai 18 della CPU Core i9-9980XE, con il numero di 22 che rappresenta l'opzione più gettonata. Ancora qualche settimana di attesa e ne sapremo di più, direttamente da Intel.
Evento ricco di annunci quello tenuto da Huawei a Monaco di Baviera. Accanto ai nuovi, e tanto discussi, Mate 30 e Mate 30 Pro, c’è stato infatti spazio anche per il Watch GT 2. Evoluzione naturale dello smartwatch dell’azienda cinese, esattamente come per il predecessore uno dei principali punti di forza sembra essere l’autonomia. Si parla infatti di una durata che può raggiungere le due settimane nella versione con quadrante da 46 mm. Un dato che, se confermato, sarebbe decisamente notevole.
Questo aspetto è strettamente legato all’integrazione del nuovo processore proprietario Kirin A1, di cui vi abbiamo già parlato in relazione alle FreeBuds 3 della stessa Huawei. Questo SoC, basato su Cortex-M7, garantisce un consumo ridotto di soli 10uA/MHz (contro una media di mercato di 30uA/MHz, secondo quanto dichiarato da Huawei), ecco spiegato dunque il dato sull’autonomia (che dovrebbe comunque toccare 1 settimana nella versione da 42 mm). Per l’uso in modalità sportiva con GPS attivo, l’azienda parla di 30 ore o 15 ore a seconda del quadrante.
A proposito di display. Huawei Watch GT 2 può contare su uno schermo AMOLED con risoluzione di 454 x 454 pixel, ovviamente rotondo. C’è la possibilità di rispondere alle chiamate e ascoltare la musica direttamente dallo smartwatch. È possibile monitorare a 360° l’attività sportiva (si parla di ben 15 discipline, tra cui anche il nuoto), grazie anche alla rilevazione continua del battito cardiaco. Non manca il tracciamento del sonno, funzionalità ormai tanto apprezzata in quest’ambito. La parte software è affidata, come da tradizione, a un sistema operativo proprietario.
Huawei Watch GT2 arriverà in Italia a partire dal 7 ottobre. Le prenotazioni si sono aperte il 19 settembre, giorno stesso della presentazione, e si protrarranno fino al 6 ottobre. Chi lo preordinerà in questo lasso di tempo, attraverso un rivenditore autorizzato (trovate la lista a questo link) riceverà in regalo due Huawei Mini Speaker Bluetooth. In ogni caso, per acquistarlo saranno necessari 249 euro (quadrante da 46 mm) e 229 euro (versione da 42 mm).
Il produttore cinese lancia il suo primo smart TV che sarà anche il primo banco di prova per HarmonyOS, sistema operativo alternativo ad Android
19 Settembre 2019 - Il primo dispositivo con il sistema operativo di Huawei alternativo ad Android non è uno smartphone come inizialmente si poteva credere. Nel corso della presentazione del Huawei Mate30 e del Mate30 Pro, il produttore cinese ha tolto i veli dal Huawei Vision, televisore smart con HarmonyOS a bordo.
Non si tratta di una novità assoluta: esattamente come accaduto per i due nuovi phablet, nei mesi e nelle settimane passate si era parlato più volte dello smart TV targato Huawei e finalmente è arrivato. Però, per distinguersi dalla concorrenza piuttosto agguerrita (sia a livello di produttori, sia a livello di sistemi operativi), il colosso cinese dell’elettronica ha deciso di realizzare un dispositivo che funga da “hub domestico”, dal quale poter controllare i dispositivi della smart home compatibili (ovviamente marchiati Huawei).
Com’è Huawei Vision
Il TV smart cinese arriverà sul mercato in tre diverse misure: 55 pollici, 65 pollici e 75 pollici. Tutti e tre i modelli avranno un innovativo schermo QLED con pannello 4K Quantum Dot Screen capace di assicurare un’ampissima gamma di colori (100% dello spettro gamut NTSC) e una frequenza di aggiornamento di 120 Hertz. Caratteristiche da televisore top di gamma, alle quali vanno ad aggiungersi le varie funzionalità software portate in dote da HarmonyOS.
Le principali riguardano l’intrattenimento, con applicazioni dedicate ai vari servizi di streaming video e altri applicativi pensati per l’intrattenimento familiare. Rispetto agli altri televisori intelligenti presenti sul mercato, però, Huawei Vision è in grado di gestire anche i dispositivi della smart home, trasformando così il TV in un hub domestico capace di gestire tutta la propria abitazione.
Non solo: Huawei Vision monta anche una fotocamera a scomparsa, grazie alla quale poter effettuare videochiamate e non solo. Grazie all’intelligenza artificiale, infatti, la fotocamera è in grado di riconoscere chi sta guardando il TV in quel momento e suggerire programmi in maniera personalizzata.