Dopo aver verificato le capacità dei suoi sistemi a liquido, Gigabyte ha annunciato che anche il dissipatore ad aria Aorus ATC800 è in grado di gestire al meglio l'esigente Core i9-10900K di Intel, in particolare l'azienda sottolinea che è capace di far funzionare la CPU con tutti i core a 5,1 GHz sotto il carico di Prime95.
Il dissipatore di Gigabyte pesa circa un chilogrammo, ed è pensato per gestire CPU con un TDP di 250W grazie a sei heatpipe in rame a contatto diretto da 6 millimetri. La torre di raffreddamento con alette in alluminio è accompagnata da due ventole con doppio cuscinetto a sfera da 120 mm e illuminazione RGB compatibile con RGB Fusion 2.0 per la sincronia con altri dispositivi Aorus. Le ventole PWM arrivano a una velocità fino a circa 2000 RPM con una rumorosità massima di 31 dBA.
La copertura superiore del dissipatore ha inoltre delle barre luminose per mostrare con un colpo d'occhio la temperatura della CPU oppure la velocità delle ventole. L'Aorus ATC800, oltre che sulle piattaforme Intel LGA 1151, 1200 o 2066, può essere installato anche nei sistemi AMD socket AM4 o precedenti (escluse le piattaforme Threadripper). Ovviamente è necessario avere un PC con spazio sufficiente, in quanto il dissipatore è alto 163 mm. Il nuovo Gigabyte Aorus ATC800 è disponibile su Amazon a circa 100 euro.
Stando alle fonti di Igor’s Lab, sembra che l’imminente processore AMD Ryzen 9 4950X avrà una frequenza di boost pari a 4,8GHz, il che è davvero impressionante dato che dovrebbe offrire 16 core e 32 thread. Ovviamente tale informazione, in attesa di una conferma ufficiale da parte della compagnia di Sunnyvale, va presa semplicemente come un rumor.
Il leak ha origine da un codice OPN su cui Igor è riuscito a mettere le mani: “100-000000059-52_48/ 35_Y”. Decodificandolo, il 35 alla fine indica il clock di base da 3,5GHz, mentre 48 corrisponde al boost clock di 4,8GHz.
Potrebbe trattarsi di un engineering sample di un processore a 16 core, probabilmente il successore del 3950X, chiamato 4950X, a meno che AMD non passi direttamente alla nomenclatura 5000 per le componenti Zen 3 “Vermeer” e, in tal caso, sarà probabilmente rinominato in 5950X. Una mossa del genere non sarebbe poi così sorprendente dato che gli attuali chip della serie 4000 sono APU basate sull’architettura Zen 2. AMD ha anche già confermato che quest’anno commercializzerà i primi processori basati su Zen 3.
Se questa voce sarà confermata ed il modello di punta con architettura Zen 3 sarà in grado di spingersi sino a 4,8GHz, questo potrebbe portare a decisi vantaggi in determinati ambiti dove la frequenza è ancora importante, come i videogiochi. Una nuova architettura, abbinata ad alte frequenze, potrebbe offrire elevatissime prestazioni sia in Single Core che in Multi Core.
Per fare un confronto, l’attuale 3950X basato su Zen 2 ha un clock di base di 3,5GHz ed un boost clock di 4,7GHz, che non è molto inferiore. È sorprendente vedere i chip di AMD aumentare a 4,8GHz, anche se si tratta di soli 100 MHz in più rispetto alla generazione attuale, e la compagnia ha dimostrato che i suoi rendimenti sono abbastanza buoni per riuscire a gestire alte frequenze di boost, come dimostrato dalla nuova linea di processori XT.
Al momento, tuttavia, non ci resta che attendere ancora qualche settimana per saperne di più sulla nuova line up di processori Zen 3.
Gigabyte ha annunciato una variante della scheda madre Z490 AORUS Master WaterForce dotata di un monoblocco AIO. A differenza della versione standard, infatti, viene fornito un kit per il raffreddamento a liquido di CPU e VRM preassemblato equipaggiato con un corposo radiatore 360 x 120 mm con tre ventole ad alta pressione dotate di illuminazione RGB. La compagnia non ha specificato le prestazioni di questo AIO, ma molto probabilmente riuscirà a tenere sotto controllo anche CPU molto esigenti come l’Intel Core i9-10900K. Il resto delle caratteristiche è identico all’originale Z490 AORUS Master, motherboard basata sul socket LGA1200 ed in grado di ospitare processori Core di decima generazione di Intel.
Infatti, la Gigabyte Z490 AORUS Master Waterforce offre quattro slot DIMM di tipo DDR4 capaci di alloggiare moduli da 32GB l’uno (per un totale di 128GB) in configurazione Dual Channel. È possibile portare i moduli di memoria a frequenze estreme grazie alla presenza di profili XMP fino a 5000MHz e di una schermatura sulle tracce che collegano le RAM alla CPU e che ne attenuano le interferenze. Nella zona adiacente ai moduli RAM e sottostante al connettore a 24 pin è presente un connettore USB 3.2 Gen 2 Type-C, nelle cui immediate vicinanze è collocato un connettore che supporta due USB 3.2 Gen 1. È disponibile, inoltre, un ulteriore connettore dedicato alle più lente quattro USB 2.0/1.1. Le altre USB disponibili si trovano nel pannello I/O: partendo dalla parte alta sono visibili quattro USB Type-A 2.0 in nero, due USB Type-A 3.2 Gen 1 in blu e quattro porte USB 3.2 Gen 2 (una Tipe-C e 3 Type-A) in rosso. Circondata dalle USB è presente un’uscita HDMI 1.4 dedicata alle GPU integrate in grado di gestire schermi fino alla risoluzione di 4096×2160 a 30Hz.
Infine, per quanto riguarda il reparto connettività, la scheda madre integra la scheda di rete wireless Intel AX201 Dual Band con supporto alle reti WiFi 6 ed al Bluetooth 5.0. A completare il quadro delle connessioni di rete è presente una porta RJ45 10/100/1000/2500 Mbps.
Al momento Gigabyte non ha ancora comunicato il costo del pacchetto o la sua data di commercializzazione.
AMD annuncia quest'oggi una espansione della propria gamma di processori della famiglia Ryzen Threadripper: parliamo dei modelli Ryzen Threadripper PRO, specificamente pensati per l'utilizzo all'interno di workstation utilizzate in ambito professionale.
Questi nuovi processori mutuano le proprie caratteristiche tecniche dalle proposte della famiglia EPYC, condividendone l'architettura alla base di tipo Zen 2 con processo produttivo a 7 nanometri utilizzato per la loro costruzione. La struttura quindi è la stessa dei processori Ryzen Threadripper, con però la peculiarità data dal controller memoria integrato che ora è a 8 canali, come per i processori EPYC, contro i 4 canali presenti nelle CPU Ryzen Threadripper. Il controller è compatibile con moduli DDR4-3200 tradizionali oltre che con quelli ECC UDIMM, RDIMM e LRDIMM. Il controller memoria supporta un quantitativo massimo di memoria pari a 2TB, valore che è la metà rispetto ai 4TB che possono venir abbinati a un processore della famiglia EPYC.
Oltre a questo raddoppia il numero di linee PCI Express Gen 4.0 che possono venir gestite, passando dalle precedenti 64 alle 128 che ritroviamo anche nei processori EPYC. Tali caratteristiche richiedono anche un cambio di schede madri: il socket non cambia fisicamente ma la presenza di controller a 8 vie e di supporto ad un maggior numero di linee PCI Express richiede un PCB diverso per la motherboard.
Sono 4 le versioni di processore Ryzen Threadripper PRO che AMD presenta oggi in commercio, contro le 3 della gamma Ryzen Threadripper 3000. Il top di gamma, Ryzen Threadripper PRO 3995WX, ha 64 core e frequenze di clock leggermente inferiori rispetto a quelle del modello Ryzen Threadripper 3990X; per Ryzen Threadripper PRO 3975WX il numero di core è pari a 32 mentre i modelli Ryzen Threadripper PRO 3955WX e Ryzen Threadripper PRO 3945WX integrano al proprio interno rispettivamente 16 e 12 core.
AMD ha fornito alcune indicazioni delle capacità prestazionali dei processori Ryzen Threadripper PRO nei confronti della concorrenza. In questo primo grafico troviamo la CPU Ryzen Threadripper PRO 3995WX posta a confronto con un sistema concorrente Intel basato su due processori Xeon Platinum 8280 ciascuno con 28 core al proprio interno.
Nel secondo caso il confronto passa alla CPU AMD Ryzen Threadripper PRO 3945WX con architettura a 12 core, analizzata contro un processore Intel Xeon di pari numero di core.
Ultimo grafico è quello che confronta nuovamente il processore Ryzen Threadripper PRO 3995WX con due processori Intel Xeon Platinum 8280, evidenziando prestazioni più elevate con un ampio numero di applicazioni diverse utilizzate in ambito professionale. In generale questi risultati replicano quanto mostrato da AMD nella presentazione delle proprie CPU Ryzen Threadripper della serie 3000: in questo caso i modelli PRO, a parità di numero di core, scontano frequenze di clock leggermente inferiori potendo però mettere a disposizione un controller memoria più sofisticatoe uno PCI Express Gen 4.0 capace di supportare un più elevato numero di linee contemporaneamente.
AMD non ha per il momento fornito indicazioni sui prezzi di questi processori, che passeranno direttamente nei sistemi workstation dei propri partner OEM: le CPU Ryzen Threadripper PRO non arriveranno infatti nelc anale retail ma saranno vendute unicamente da sistemi OEM all'interno di proprie configurazioni. Il primo ad annunciare qualcosa in questa direzione è Lenovo con una gamma di workstation ThinkStation P620 che abbinano queste CPU alle schede video NVIDIA della famiglia Quadro. Possiamo immaginare listini più elevati, a parità di numero di core, rispetto ai modelli Ryzen Threadripper a motivo del controller memoria e PCI Express più sofisticati oltre che dell'integrazione delle funzionalità dell'ecosistema AMD PRO rivolto agli amministratori di sistema e agli utenti professionali.
Come pubblicato sui forum Chiphell da kthlon, un nuovo meccanismo di montaggio per i processori basati su socket AM4, inclusa la famosa serie Ryzen di AMD, è apparso sul mercato e consente di scongiurare l’annoso problema che porta il processore a rimanere “appiccicato” al dissipatore in fase di rimozione.
Mentre il socket AM4 è forse quello più longevo di sempre nella storia dei processori x86, supportando innumerevoli CPU, ha una tendenza fastidiosa: quando si rimuove il dissipatore, il chip può rimanere bloccato sulla piastra di raffreddamento a causa di un effetto simile all’aspirazione creato dal materiale di interfaccia termica (TIM). Ciò comporta l’estrazione del processore dal socket PGA (pin grid array) anche se la leva di blocco rimane saldamente bloccata in posizione “chiusa”.
Questo problema di per sé non è propriamente pericoloso ma, nel caso non lo notassimo e appoggiassimo successivamente il dissipatore direttamente sul piano di lavoro, rischieremmo di piegare i pin della CPU. Inoltre, ci vuole un po’ di pazienza per far scorrere il processore lungo la piastra di raffreddamento senza arrecare danni al dispositivo. A questo scopo è stata creata la nuova staffa ProArtist IFE2, progettata per eliminare completamente l’eventualità che accada una cosa simile.
Il meccanismo è venduto come kit autonomo in Cina, ma al momento è impossibile trovarlo in occidente. Stando ad un messaggio pubblicato da momomo_us, in oriente sono disponibili kit compatibili con Noctua e Thermaltake. In teoria si potrebbe usare la staffa con altri heatsink, ma la compatibilità potrebbe essere incerta a causa delle diverse altezze, quindi sarà necessario assicurarsi che il dissipatore mantenga una buona pressione sul processore dopo il montaggio del dispositivo. Tuttavia, la staffa viene venduta anche in abbinamento con alcuni dissipatori, come il Pro Artists Desserts 3, anch’esso introvabile alle nostre latitudini.
Solitamente, la rimozione di un processore non è un compito frequente per l’utente comune e quindi si tratta di un problema che va a colpire solo una piccola fetta di utilizzatori. Inoltre, è abbastanza facile ovviare alla situazione ruotando il dissipatore mentre lo si rimuove o, comunque, sollevarlo quando il processore è ancora caldo.